RESTAURI ITALIANI


Olmi, un debuttante a Cannes. Nonostante la Palma d’oro per L’albero degli zoccoli. Non stiamo scherzando: c’è anche Il posto (1961) tra le proiezioni ufficiali del festival e “Libération” dedica giustamente all’opera seconda del cineasta lombardo un articolo che ci riporta indietro nel tempo, alla riscoperta di una stima per il cinema italiano che oggi sta rinascendo ma che si era a lungo eclissata. All’epoca, “Le Monde” scriveva del film – che è la storia di un timido giovane al primo impiego in una Milano aggressiva, simbolo dell’Italia che stava diventando moderna: “una satira implacabile di un mondo che si fa kafkiano”. Dal canto suo, Georges Sadoul, un vero mito della critica, era incuriosito da questo cineasta di cui aveva visto anche Il tempo si è fermato e che descrive così: “un ragazzo di Bergamo miope e rosso di capelli, che faceva l’impiegato alla Edison Volta prima di dedicarsi a qualche regia di spettacoli di teatro”.
Il posto, insieme alla Signora senza camelie (1953) di Michelangelo Antonioni, fa parte di un programma di cinema restaurato (Les Films du Patrimoine) che è una delle novità della gestione Frémaux. “Cannes è il luogo del cinema contemporaneo, anzi del futuro, eppure mi sembrava importante dare spazio anche al lavoro delle Cineteche”, spiega il délégué general, che per l’occasione riesce a infilare nella fittissima agenda una visita all’Italian Pavilion. La sezione sarà confermata per l’anno prossimo magari, come suggerisce qualcuno, con una giuria per segnalare l’operazione più meritevole.
Ma su questo ha qualche dubbio Gianluca Farinelli della Cineteca di Bologna, a cui si deve la rinascita del film di Olmi (e Bologna ospita anche Ipotesi Cinema, che lì si è trasferita da Bassano). Farinelli spiega anche la difficoltà di rispettare le condizioni originali del cinema che si riporta in vita, specie quando si lavora con tecniche digitali. Giuliano Montaldo, presidente di Raicinema, che si è occupata di ridare splendore al film con Lucia Bosé grazie al lavoro del mago della pellicola Enzo Verzini, pone una serie di questioni di metodo – a chi il final cut? – in cui risuona la sua sensibilità di cineasta: “E’ giusto cancellare i fili che legano i personaggi di Miracolo a Milano nel volo finale, anche sapendo che ai tempi di De Sica non sarebbe stato possibile? Ha senso ricucire i tagli della censura, cancellando in qualche modo la storia?”. Gli fa eco Farinelli, spiegando che la Cineteca ha scelto di aggiungere solo dopo i titoli di coda una sequenza del Posto ritrovata in fase di restauro. “Olmi l’aveva tagliata per accentuare il senso di spaesamento del finale, sarebbe stato assurdo reintegrarla”. Così sono state mantenute anche certe imperfezioni tecniche che testimoniano del modo artigianale di lavorare dell’autore del Mestiere delle armi. Una sensibilità filologica ma anche un modo di collazionare i materiali su cui influisce la pratica sempre più diffusa del dvd e del consumo intelligente di cinema d’epoca.
Infine una notizia per i fans della Cineteca. Prossimo appuntamento è il debutto di Luci della ribalta di Chaplin, nuovo capitolo del grande progetto dedicato a Charlot: Limelight debutterà il 6 luglio alla presenza di Sydney Chaplin e Claire Bloom chiudendo il tradizionale appuntamento con il festival “Il cinema ritrovato”.

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23 Maggio 2002

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