Remo Girone


R. Girone“La televisione è un mezzo fortemente condizionato dal potere. Sotto questo aspetto si spiega facilmente perché storie come quella dell’attentato di Rastenburg ci abbiano messo 60 anni per essere raccontate in tv”. Remo Girone parla di Stauffenberg, film tv coprodotto, tra le altre società, dal primo canale tv tedesco insieme alla Lux Vide e alla Rai di Bolzano. Presentato ieri sera al Goethe Institut di Roma, nell’ambito del 18. Festival Internazionale di cinema e televisione Eurovisioni alla presenza del regista e degli attori Sebastian Koch e lo stesso Girone, il film sarà distribuito in Italia dalla Lux Vide all’interno della collana vhs “I protagonisti del XX secolo”. “Stauffenberg – ha sottolineato il regista tedesco Jo Baier – racconta una congiura di alti ufficiali dell’esercito tedesco o in pensione, pochissimi, neanche 200, che pianificarono fin dal ’42 l’uccisione di Hitler. Se fosse andato in porto avrebbe cambiato il corso della storia e molte vite umane”.
Il titolo prende in prestito il nome dal colonnello Claus Schenk Graf von Stauffenberg, principale autore dell’attentato ad Adolf Hitler nella sua Wolfschanze, la “tana del lupo” che il Fuhrer si era fatto costruire nel ’40, nella foresta di Goerlitz, in Prussia Orientale. In quel rifugio il 20 luglio del 1944, il colonnello svevo, sfruttando l’occasione di una riunione tra alti ufficiali dell’esercito, portò una carica di esplosivo. La carica esplose, ma il Fuhrer riportò solo qualche graffio, tanto che lo stesso giorno, alle 16, accolse nella sua Wolfschanze, Benito Mussolini.

Girone, quale ruolo interpreta nel film tedesco?
Sono Ludwig Beck, un alto ufficiale (fu capo di stato maggiore dal ’30  al ’38, ndr.) in pensione, uno dei partecipanti alla congiura. Secondo il piano ‘Walkiria’, messo in moto da Stauffenberg e dai suoi, una volta che si erano convinti di aver ammazzato Hitler, avrei dovuto prendere il posto del Fűrher. Ma, la storia racconta, l’attentato fallisce. Beck è un uomo dotato di forte carisma. Mentre gli altri vengono fucilati, Beck, una volta fallito il piano, decide di togliersi da solo la vita.

Lei ha già interpretato altri ruoli da ufficiale delle SS.
Per Peter Greenaway nella prima parte de La valigia di Tulse Luper. Tempo fa a teatro, in un testo di Dacia Maraini ero un ufficiale delle SS, ma ero cattivo. Beck invece non è proprio cattivo. Non è facile interpretare un soldato tedesco in una serie televisiva tedesca con attori tedeschi. Ho recitato nella loro lingua e in lingua italiana. Un aiuto regista sul set di Novecento disse: “Depardieu fa il contadino della Bassa ma dopo un po’ resta la sensazione che sia francese, mentre De Niro alla fine ci credi che è italiano”. Ecco mi sono sentito un po’ così, di fronte avevo un sfida. Stauffenberg, pur privilegiando l’azione per attrarre l’attenzione dei giovani spettatori, mantiene una coerenza storica. Il film ha aperto di recente il Festival della televisione di Montecarlo e i francesi l’hanno applaudito a lungo.

Lei dice che la televisione è condizionata dal potere.
Un film coprodotto dalla Rai insieme alla Francia, alla Germania e altri paesi europei, Un taxi dans la nuit di Alain-Michel Blanc, raccontava l’affare dei pezzi di ricambio falsi: in altri paesi europei era assodato il fatto che questi pezzi di ricambio avessero aumentato la percentuale di incidenti sulla strada. In Belgio, il film era passato in televisione e aveva suscitato molta attenzione da parte del pubblico. Qui in Italia la Rai non è mai riuscita a trasmetterlo.

E il cinema?
E’ condizionato dalla televisione a sua volta condizionata dal potere. Pensi solo al diritto d’antenna. Sulla base di quel metodo di finanziamento la televisione può chiedere modifiche alle sceneggiature per il cinema.

Lei ha già lavorato con la televisione e il cinema tedesco.
Ho iniziato con Cafe Europa, una commedia diretta da Franz X. Bogner che feci insieme a Mario Adorf, attore italo-tedesco. Poi ho lavorato con Tom Tykwer sul set di Heaven. Quando Baier mi ha scelto per il ruolo di Beck, l’ho detto a Tykwer che ha commentato: “Quel Baier è uno bravo!”. Mi ha fatto piacere…

Ormai la sua carriera conta oltre i 50 ruoli, sia al cinema che in televisione. L’abbiamo vista di recente in “A/R Andata+Ritorno” di Marco Ponti  e in molte serie televisive. Quale ruolo vorrebbe interpretare che non le è stato ancora affidato?
Erland Josephson, un attore che lavora sempre con Igmar Bergman dice che i panni migliori nei quali si è trovato sono stati proprio quelli che inizialmente non lo entusiasmavano e, al contrario, quelli che desiderava molto vestire si sono poi rivelati deludenti. Similmente credo che sia l’occhio del regista a dover pensare il ruolo per me.

In quali film la vedremo?
Gli invincibili (sul grande Torino) di Claudio Bonivento, dove sono l’allenatore, e La bambina dalle mani sporche di Renzo Martinelli, tratto dal romanzo di Gianpaolo Pansa. Entrambi i film saranno trasmessi dalla Rai. Poi sono Mister X in Sospetti 3 di Michele Soavi e nella serie successiva sarò il maestro di Osaka, un europeo che è vissuto in Giappone. 

autore
13 Ottobre 2004

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