Un documentario ma anche il primo abbozzo di un film di finzione, una biografia di Elvira Notari che molti – e tra questi anche Lina Wertmuller – accarezzano. L’avventurosa vita della pioniera del cinema napoletana (1875-1946), autrice-imprenditrice, capace di esportare i suoi lavori a New York, dove trovarono una enorme eco presso la popolazione degli emigrati, meriterebbe di certo una narrazione a sé. Diana Dell’Erba, la giovane autrice di Registe dialogando su una lametta, la concentra in un pugno di scene in cui è Maria de Medeiros a raccontarsi in toni teatrali nei panni di Elvira. La celebre attrice portoghese spesso transitata nel cinema italiano (tra l’altro nel ruolo di Eleonora Pimentel Fonseca nel film di Antonietta De Lillo Il resto di niente) ci mostra una donna che trova il suo spazio nel cinema, tra arte e tecnologia, all’ombra di un sistema di produzione familiare che la mette al riparo da pregiudizi e discriminazione (il marito è operatore dei suoi film, il figlio li interpreta): era questa l’unica strada praticabile allora. Elvira è la prima e a lungo resterà l’unica (Francesca Bertini preferì ‘nascondere’ la sua opera dietro firme maschili) in un mondo considerato rigorosamente appannaggio dell’altro sesso, in quello che Tarkovskij considerava come “il lavoro più pericoloso del mondo”. Sicuramente perché la regia ha molto a che fare con il potere e quando il potere è esercitato da una donna scattano le resistenze. Come sintetizza Wilma Labate, “il rapporto con una donna che è il capo è spesso paternalistico se non di sfida”.
Labate è una delle molte registe italiane intervistate da Diana Dell’Erba nella parte documentaristica del suo lavoro che riprende la sua tesi di laurea in sociologia “Donne alla macchina da presa. Uno sguardo di genere sulla regia”, partendo dall’amara constatazione che le presente femminili sono appena il 7% del totale. Tra le intervistate – impossibile citarle tutte – Francesca Archibugi e Roberta Torre, Maria Sole Tognazzi e Cinzia Th Torrini, Giada Colagrande e Francesca Comencini, oltre alle veterane Cecilia Mangini e Lina Wertmuller. Tra i temi affrontati anche il passaggio dal mestiere di attrice a quello di regista, comune a più d’una. Così è stato anche per trentaduenne Dell’Erba, che dopo aver recitato tra l’altro anche con Marco Bellocchio, ha sentito i limiti di questo ruolo creativo.
In sala l’8 marzo.
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