REGINA ORIOLI


Regina Orioli, creatura del cielo. Come Kate Winslet nel film di Peter Jackson, l’attrice di Ovosodo si cimenta in un ruolo lesbico accanto a Maya Sansa (La balia).
Insieme formano l’esplosiva coppia di Benzina (leggi l’articolo), pellicola tutta al femminile. Tratta dall’omonimo romanzo di Elena Stancanelli, è diretta dall’esordiente Monica Stambrini e ambientata tra una pompa di benzina, una discarica e un rave party.
In scena due ragazze, Lenni e Stella, in fuga verso l’imprevisto dopo un omicidio, un po’ Thelma&Louise a vent’anni.
Il film uscirà il 31 maggio distribuito da Lantia.

Tu, Maya e Monica: un tris di donne per un quasi giallo. Come ti sei trovata?
Uno dei motivi per cui ho accettato il ruolo di Lenni è che non avevo mai lavorato con una regista donna. In fondo i miei ruoli nei film precedenti, tutti diretti da uomini, sono abbastanza simili: faccio il grillo parlante, un tipino un po’ antipatico. Monica invece ha valorizzato un’altra parte di me, quella dell’animaletto spaurito che poi però tira fuori la forza.

Lenni è perseguitata dal fantasma della madre morta…
Avvertire la sua presenza le permette di risolvere una relazione materna difficile, di crescere. Diventa donna e non più solo figlia. A differenza del personaggio di Maia, il cui carattere si coglie fin dalle prime battute, Lenni vive un’evoluzione. Forse per la prima volta sono un’attrice canonica, calata nel personaggio. Ho curato molto l’aspetto corporeo: appaio rigida, dinoccolata, quasi un po’ aliena. Ne sono piuttosto soddisfatta.

Quali sono i punti forti del film?
Mi piacciono le atmosfere cupe della pompa di benzina e della discarica. Ma soprattutto che il film racconti una storia lesbica come una storia d’amore, senza lo sguardo morboso e voyeurista tipico della nostra società. Nel cinema, specie quello italiano, avviene di rado. Spero che il pubblico gay e lesbico lo apprezzi.

Un tentativo simile l’ha fatto Laura Muscardin con Giorni. È solo un caso che entrambi siano diretti da donne?
Forse le donne sono più abili a mettere in scena la sessualità come conseguenza dell’amore.

Ti sei divertita a girare le scene lesbo con Maya?
È stato più imbarazzante girare scene di sesso con partner maschi. Con Maia è stato facile perché tra noi si è stabilita subito una grande complicità. Poi certo, ci veniva da ridere ma baciare una donna non è male: per una volta niente barba ruvide ma una pelle morbida come la mia.

Quanto ha pesato l’immaginario di Thelma e Luise?
È uno dei film che ho visto con Monica e Maya. Ma i veri punti di riferimento sono pellicole come Creature del cielo e Boys don’t cry. Da quest’ultimo abbiamo ripreso l’idea di un film fatto di atmosfere e pochi personaggi ma con un messaggio forte.

Progetti?
Finire l’Università. Poi mi piacerebbe fare un altro film con Paolo Virzì: amo molto il suo immaginario, il background letterario e politico. È un regista che succhia l’anima ed è affascinante sottoporsi a questo rito.

autore
22 Maggio 2002

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