Madrid come Manhattan: si apre con un omaggio dichiarato a Woody Allen – scorci della città in bianco e nero e Tchaikovsky a commento – il film d’esordio della regista spagnola Andrea Bagney, Ramona, che passa alla Festa del Cinema di Roma. Una storia “di amori” costruita intorno alla protagonista, aspirante attrice trentenne in cerca del senso della vita, che della vita rappresenta ogni possibile sfumatura: entusiasta, dubbiosa, innamorata, fedifraga, tutti stati sottolineati dal costante cambiamento di look e di fotografia.
La vita reale è in black & white, la rappresentazione a colori, e Ramona (Lourdes Hernandez, in patria cantautrice con lo pseudonimo di Russian Red) replica proprio i monologhi di Diane Keaton in Io e Annie – o di Julie Delpy in Prima dell’alba – guidando una commedia romantica tra chiacchiere, passeggiate e nevrosi.
“Ho iniziato a pensare al film – dice la regista – quando avevo appena avuto un figlio, vivevo in campagna e molto lontana dall’industria cinematografica. Ho pensato a un film alla mia portata, semplice, classico, che potessi fare da sola, come omaggio al cinema che mi piace, e Woody Allen è tra i primi. Pensavo che lo avrei dovuto girare nei fine settimana, di qui l’idea dei capitoli. Un capitolo ogni fine settimana… poi alla fine ho mantenuto la struttura, sembra di raccontare una fiaba. Ho fatto vari corsi di recitazione per imparare a dirigere gli attori, e questo mi ha traghettata sulla storia di Ramona. Se io fossi fidanzata con qualcuno, e mi innamorassi del regista, come mi comporterei? Così ho immaginato la storia di Ramona nel film. Sono sposata con due figli ma non ho avuto mai molti fidanzati nella vita. Ho ascoltato le storie d’amore degli altri, più che la mia. Io sono mezza orfana, come Ramona, ci sono dei tratti autobiografici”.
Sullo stile: “Ho usato il bianco e nero e i 16mm perché era il modo migliore per omaggiare la mia città ed evitare di fare centinaia di Ciak. La pellicola offre densità. Se giri in digitale l’immagine è piatta, devi fare un lavoraccio in post per riempirlo. E a maggior ragione visto che avevamo pochi Ciak siamo stati costretti a fare molte prove, e questo significa però che sul set erano tutti pronti. C’era una venerazione nei confronti della pellicola e della ripresa. Non ci si fermava, non si tagliava, si andava avanti. Ho fatto una magia, e la magia viene dalla decisione di aver girato in pellicola, credo sia la decisione migliore che ho preso. Anche al montaggio, siamo stati rapidi. Quello che vedete è quello che ho girato”.
L’attrice commenta: “fare il film ha cambiato la mia vita, avevo fatto solo qualche corto ma non ero mai entrata in un processo così profondo di contatto con il personaggio. Nel mezzo del lavoro ci ha preso la pandemia, quindi se non altro abbiamo parlato molto. Con Ramona ho molti punti in comune, anche se Andrea non sapeva che ci fossero. Credo che quando si vuole essere attrice, si porta qualcosa di autobiografico in ogni personaggio che si interpreta. Durante le riprese, emulando il personaggio, filtravano alcuni aspetti miei, come se avessi con Ramona una sinergia”.
Inevitabile la domanda sul momento difficile che Woody Allen sta vivendo in questo momento: “Non ho idea di cosa accadrà alla sua carriera, so che alcune università americane vogliono togliere Allen dal piano di studi, e mi sembra aberrante. Tutte le persone competenti in quello che fanno, i premi nobel, gli scienziati, vengono valutate sulla base della loro carriera e non del privato – conclude Bagney – Se avesse abusato veramente di un minore, sarebbe orribile, ma non sono d’accordo nel volere di cancellarlo dalla storia. E’ un genio che ha realizzato opere eccelse, e io gli sono grata. Se a mia figlia non insegnassero chi era Woody Allen a scuola, vorrà dire che glie lo insegnerò io”.
TRAILER:
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