Arriverà in Italia il 1°gennaio Ralph Spacca Internet, sequel del successo animato Pixar di qualche anno fa che trasporta Ralph e Vanellope, protagonisti di videogiochi ormai considerati ‘retrò’, nel complesso mondo della rete, usando l’artificio di un collegamento al Wi-Fi della sala giochi dove i due abitano virtualmente. Inizialmente smarriti come il contadino che approda alla metropoli, preso i due amici capiscono come sfruttare la rete per racimolare i soldi necessari per completare l’importante missione di trovare un pezzo di ricambio per il cabinato di Sugar Rush.
Divertente, sfaccettato e molto più ricco del primo episodio, questo sequel sta agli anni duemila come Ready Player One sta agli anni ’80, è pieno di tutti i riferimenti possibili al mondo del web e in particolare di quello 2.0, sebbene manchino in toto o in parte alcune piattaforme importanti come facebook – problemi di diritti, presumibilmente – o YouTube, che è citato ma sostituito nella sostanza da un canale analogo inventato per l’occasione (BuzzTube). Tantissimi i cameo di personaggi famosi, da quelli di Star Wars al recentemente scomparso Stan Lee – papà dei supereroi Marvel che purtroppo non ha fatto in tempo a vedere la sua apparizione – fino alle principesse Disney che si riuniscono in una memorabile e significativa sequenza.
“Noi però non pensavamo a Internet o a quanto spesso si aggiorni – affermano in conferenza i registi Phil Johnston e Rich Moore – sapevamo che qualcosa poteva cambiare anche il giorno dopo il rilascio del film, a cui abbiamo iniziato a lavorare nel 2014. Quindi abbiamo voluto concentrarci su una storia universale. Una storia sull’amicizia e sulle difficoltà che un rapporto di amicizia deve affrontare, e su come superarle se tutti e due gli amici vogliono che si risolvano. Sapevamo che se il film avesse funzionato a livello emotivo non ci sarebbero stati problemi su tutti gli altri piani. Volevamo qualcosa di più profondo di quello che si vede di solito nei normali film per famiglie. Quanto a Ready Player One, abbiamo appositamente evitato di vederlo per non esserne influenzati”. Nel film si parla anche degli aspetti negativi della rete, dai commenti distruttivi al ‘dark web’: Inseriamo sempre delle tematiche serie nei nostri film – dicono ancora i registi – come del resto abbiamo fatto per Zootropolis, non possiamo dare l’idea che Internet sia tutta gattini e arcobaleni. E’ anche un approccio educativo, perché i ragazzi imparino a distinguere che valgono più i rapporti con chi ti vuole bene veramente che quelli con centinaia di sconosciuti che possono insultarti in qualsiasi momento”.
Uno dei punti più significativi è proprio l’incontro tra i vari personaggi femminili Disney: “Da maschietti – continuano gli autori – non ci interessavamo tanto a Biancaneve o Cenerentola ma abbiamo passato in rassegna tutte le cose divertenti che potevano succedere nel mondo di Ralph. Quella scena si è evoluta molto, abbiamo contattato ben 11 delle 14 voci originali dei rispettivi personaggi, gli animatori hanno chiacchiareto molto con le attrici e questo ha fatto sì che la scena si modificasse. E’ un momento importante che rende Ralph anche un po’ ‘femminista’”.
A questo tema si riallacciano anche alcune delle voci italiane del film, Serena Rossi e Nicoletta Romanoff. “Le principesse per definizione sono legate a un principe – dice Rossi – ma questa è anche una storia di indipendenza. Nel caso dei miei personaggi, quelli di Frozen, la salvezza arriva invece dalla famiglia”. “L’indipendenza e la diversità sono valori – spiega Romanoff – io e la mia migliore amica non potremmo essere più diverse, spesso siamo in disaccordo e discutiamo ma spesso questo insegna ad amare e rispettare anche quello che non ci appartiene”. Ci sono poi la cantante Francesca Michielin e la principessa autentica Mélusine Ruspoli. “Quando vuoi bene a qualcuno – dice la prima – a volte capisci che è necessario lasciarlo andare per la sua strada. Vale per amici, figli e fidanzati, ma anche con i compagni di scuola quando ci si separa alla fine dell’anno”. Ruspoli parla invece del suo rapporto con Internet: “Lo uso, specie i social e Instagram, attraverso il quale sono stata contattata anche per questo lavoro. Cerco di mantenere la privacy ma fa parte del mio quotidiano”.
Paradossalmente è proprio Salvatore Aranzulla, notissimo blogger informatico, a dichiarare di non giocare molto ai videogame: “Solo Pac-Man e Tetris, perché li trovo sull’aereo. Ho iniziato da poco anche a usare i social dove pubblico per lo più immagini spiritose, tutti i commenti negativi li banno. Per il resto Internet è chiaramente il mio lavoro e mi serve per restare in contatto con i 700mila italiani che grazie al mio blog risolvono problemi con il computer”.
I due Youtuber Favij e LaSabriGamer non possono molto sbottonarsi sui propri videogame preferiti, ma parlano invece rispettivamente del rapporto delle istituzioni con i videogame, anche a seguito delle dichiarazioni ‘anti’ del politico Carlo Calenda e del problema del cyberbullismo. “C’è molta disinformazione sui videogame – dice il primo – spesso sono proprio i giornalisti a parlare solo degli aspetti più negativi e violenti ma si capisce che non ne sanno molto. Ho provato a spiegare a molti di loro che le cose sono un po’ più profonde di così ma non ho avuto successo. Forse non è proprio possibile, magari bisognerebbe provare a unirsi per farlo”. “Quanto al cyberbullismo – dice LaSabri – io cerco di eliminare tutti gli insulti non costruttivi dalla mia bacheca, anche perché mi rivolgo a un pubblico molto giovane quindi non voglio che ci siano istanze negative. Spesso arrivano per invidia. Sì invece alle critiche costruttive”.
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