Nel 40mo anniversario della morte di Rainer Werner Fassbinder (Monaco 10 giugno 1982), la casa di distribuzione VIGGO rende omaggio al grande autore tedesco riportando in sala, a partire dal prossimo 10 giugno, cinque dei suoi film e il documentario inedito in Italia Fassbinder di Annekatrin Hendel (2015), per una lettura più completa e molto intima del regista che alla sua morte, a soli 37 anni, aveva girato 44 film e numerose serie televisive e, con il suo Antiteater, aveva rivoluzionato il teatro.
Fassbinder ripercorre l’itinerario artistico e personale del regista, dai tempi dell’Antiteater fino alla morte. Hendel parla con gli attori più importanti del suo cinema e i colleghi di quel periodo, come Hanna Schygulla e Irm Herman e muse interpreti di tanti film, Harry Baer, Margit Carstensen, Thomas Schühly, Volker Schlöndorf e Juliane Lorenz, anche co-sceneggiatrice, ultima compagna di Fassbinder e a capo della Fondazione a lui dedicata. Alle interviste in parte inedite, come l’ultima – rilasciata un giorno prima della sua morte – in cui Fassbinder descrive il suo approccio verso l’Antiteater, la politica, il cinema, i rapporti tra le persone, si alternano scene tratte dai suoi film.
Si potranno vedere e rivedere in sala 5 titoli del grande autore tedesco, tra le più imponenti e importanti personalità del Nuovo Cinema Tedesco degli anni Settanta e Ottanta, insieme a Werner Herzog e Wim Wenders e ai “colleghi” più grandi come Volker Schlöndorff, Edgar Reitz, Alexander Kluge. Sul grande schermo, quindi, vengono riproposti 5 suoi film a cominciare dal suo debutto nel lungometraggio, presentato al Festival di Berlino L’amore è più freddo della morte (Liebe ist kälter als der Tod) del 1969, ispirato a Frank Costello faccia d’angelo di J. P. Melville. E segna oltre al suo debutto anche il primo suo film con protagonista Hanna Schygulla (sua musa in ben 23 titoli) con una parte ritagliata per se stesso nella veste di un protettore che ben presto diventa un rapinatore. Gli altri film in programma sono Le lacrime amare di Petra von Kant, La paura mangia l’anima, Effi Briest e Il matrimonio di Maria Braun.
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