Alla IX edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, Rai Cinema partecipa con sette film (di cui due in Alice nella città) e quattro documentari. Come sempre Rai Cinema rivolge grande attenzione al documentario e ai linguaggi innovativi proposti dal cinema del reale.
Ecco i titoli che Rai Cinema ha contribuito a realizzare:
La foresta di ghiaccio di Claudio Noce (Cinema d’Oggi)
I milionari di Alessandro Piva (Cinema d’Oggi)
Buoni a nulla di Gianni Di Gregorio (Gala)
Last Summer di Leonardo Guerra Seràgnoli (Prospettive Italia)
Io Arlecchino di Giorgio Pasotti e Matteo Bini (Wired Next Cinema)
Mio papà di Giulio Base (Alice nella città – Fuori Concorso)
Lo straordinario viaggio di T. S. Spivet 3D di Jean Pierre Jeunet (Alice nella città – Fuori Concorso) di cui Rai Cinema ha acquisito i diritto per l’Italia insieme a IIF
I documentari:
Due volte delta di Elisabetta Sgarbi (Prospettive Italia)
Largo Baracche di Gaetano Di Vaio (Prospettive Italia)
Looking for Kadija di Francesco G. Raganato (Prospettive Italia)
Viaggio nell’animo dei figli della Shoah di Beppe Tufarulo (Eventi)
L'assessore alla Cultura, Creatività, Promozione Artistica e Turismo di Roma Capitale annuncia: "Il Festival tornerà alla sua vocazione di Festa"
Lascia l'incarico assunto nel 2012 per approdare al Touring Club: Un'opportunità maturata tempo fa e che mi è sembrato corretto mantenere riservata fino ad oggi per non interferire con l'andamento del Festival"
Bilancio positivo per Wired Next Cinema, la sezione parallela al Festival di Roma dedicata ai nuovi linguaggi dell'audiovisivo. Spunti interessanti dall'illustratrice Olimpia Zagnoli sui formati brevi e le nuove forme di creatività. Tra gli appuntamenti più seguiti, soprattutto dal pubblico di giovani, gli incontri con le star del web Maccio Capatonda, The Pills e The Jackal, tutti alle prese con l'esordio sul grande schermo
Parecchi italiani tra i premiati alla nona edizione del Festival Internazionale del Film di Roma. Tra loro Andrea Di Stefano, esordiente con Escobar, prodotto all’estero, che ha rivendicato il suo orgoglio di regista italiano formatosi con Blasetti e Sorrentino, e il loquace Roan Johnson che si è definito “un sognatore a occhi aperti. Vedevo che Fino a qui tutto bene procedeva alla grande e mi dicevo ‘magari può andare a un festival e vincere’. Ma poi anche ‘sta’ bonino… un ci pensare. Temevo la mazzata. E invece siamo qui”