VENEZIA. E’ durata meno di mezz’ora la proiezione de Le mani sulla città di Francesco Rosi sui muri del ‘cubo’, la nuova ala di un hotel sul Canal Grande, a piazzale Roma, e al centro di una polemica storico-architettonica-urbanistica. L’iniziativa a sorpresa promossa dai ragazzi del Piccolo Cinema America di Roma è stata interrotta dall’arrivo delle forze dell’ordine che hanno contestato – come hanno reso noto gli stessi organizzatori – anche l’irregolarità dell’uso dell’edificio come schermo. Alcuni aderenti all’iniziativa, denominata ‘schermo pirata’, sono stati identificati.
“Lo schermo scelto – hanno detto gli organizzatori – per noi è l’emblema della direzione in cui procede il nostro paese: la nuova ala dell’Hotel ‘Santa Chiara’ da pochi mesi visibile a tutta la città, al paese ed al mondo”. Senza voler entrare nel merito delle vicende legate all’hotel veneziano, i promotori dell’iniziativa hanno detto di voler “semplicemente denunciare come, da Nord a Sud, non siano mai il bene pubblico, comune, collettivo e la salvaguardia della memoria storico-artistica di un territorio a fare da padroni”, ma, secondo loro, sarebbero invece gli interessi di singoli privati, le “uniche forze che sembrano poter cambiare radicalmente le città, le loro piazze, i paesaggi del nostro paese, regalando alla fine dei giochi, come in questo caso, solo scempi estetici ed edilizi”.
Dopo aver espresso un forte richiamo a favore della salvaguardia della sale storiche cinematografiche, i ragazzi del Cinema America hanno annunciato per l’11 ed il 12 settembre una nuova iniziativa a Roma: “con gli ‘Schermi Pirata’ riattiveremo il più grande Drive In d’Europa, proiettando Grease ed American Graffiti, per illuminare la periferia della nostra città con la cultura, rivendicando sempre la difesa di questi spazi dal più profondo e prezioso valore sociale e culturale”.
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