(R)esistenze, tre doc sulle donne che cambiano il mondo

La rassegna cinematografica è organizzata da Movieday per celebrare l’8 marzo. La tre giorni presenterà i documentari I am the revolution, Tutte a casa – memorie digitali da un mondo sospeso e Il terr


Si chiama (R)esistenze la rassegna cinematografica organizzata da Movieday per celebrare l’8 marzo: il filo conduttore è lo sguardo delle donne che raccontano le loro battaglie in diverse parti del mondo. La tre giorni presenterà i documentari I am the revolution di Benedetta Argentieri, Tutte a casa – memorie digitali da un mondo sospeso di Nina Baratta, Cristina D’Eredità e Eleonora Marino, Il terribile inganno di Maria Arena. In tutta Italia sono diverse le città che ospiteranno la rassegna: Pisa (Teatro Nuovo 15 febbraio- 22 febbraio-1 marzo) Torino (Cinema Ambrosio, 16 febbraio-23 febbraio-2 marzo), Bari (Splendor 28 febbraio- 7 marzo-14 marzo e 1-8- 15 marzo), Bologna (Galliera 8-15-22 marzo), Milano (Anteo 8-10-14 marzo), Genova (Nickelodeon 10-17-24 marzo).

Nella rassegna (R)esistenze le donne sono registe e autrici ma anche protagoniste. Si va infatti dalla lotta in Afghanistan e Medio Oriente al movimento “Non Una di Meno” in Italia, passando attraverso le case in lockdown, per raccontare come le donne hanno affrontato l’emergenza pandemica: le tre proiezioni saranno arricchite dall’incontro con le autrici e tante ospiti che hanno condiviso e reso possibile il progetto. (R)esistenze è stata pensata come un evento itinerante: proprio per questo per chi volesse ospitarla nella propria città basta richiederlo sul sito Movieday, compilando il form.

C’è un interrogativo che risuona in I am the revolution: “Quale rivoluzione è più difficile della rivoluzione delle donne?”. A chiederselo con una domanda retorica è Yanar Mohammed che è una leader politica femminista in Iraq. Yanar è una delle donne protagoniste del film che è diventata guida e liberatrice di altre donne. Proprio come Selay Ghaffar, che in Afghanistan, continua a spingere la popolazione ad andare a scuola e a organizzare corsi di alfabetizzazione in tutto il Paese: in Afghanistan solo il 16% delle donne sa leggere e scrivere. E anche come Rojida che in Rojava tra Siria e Turchia organizza la resistenza curda contro il fondamentalismo islamico, guidando un esercito di combattenti. Sono tre protagoniste che, seguite da una comunità di donne, riescono a praticare la democrazia più avanzata che possiamo immaginare in contesti meno favorevoli possibili. Una vera ispirazione per le future generazioni e anche per il nostro Paese.

Proprio dall’Italia è partito Tutte a casa  – Memorie digitali da un mondo sospeso, un film totalmente partecipato, nato da una call: nel marzo 2020 si è chiesto a donne di tutte le età e provenienze sociali di inviare video, realizzati con lo smartphone, in cui narrassero la loro “quarantena”. Dagli 8.000 video inviati da circa 500 donne, supportate da una regia a distanza, grazie ad un montaggio poetico e ritmato, ne è nato un affresco di voci del lockdown da marzo a giugno 2020 in Italia, narrato dal punto di vista delle donne. Le protagoniste raccontano così “la versione delle donne” della pandemia intrecciando, senza saperlo, parole chiave come casa, corpo, cura, crisi, rinascita e libertà. Il film è stato realizzato grazie ad un crowdfunding su Produzioni dal Basso.

Nel film Il Terribile Inganno di Maria Arena. Qui la regista, telecamera sempre in mano, gira per raccontare il movimento Non Una di Meno. Un vero e proprio lavoro di documentazione di ciò che le “nuove femministe” hanno fatto in risposta alla violenza di genere tra il primo sciopero globale dell’8 marzo 2017 e l’8 marzo 2020, caduto proprio in concomitanza con il primo giorno del lockdown. Confrontandosi con le più giovani la regista Maria Arena si interroga e fa introspezione su se stessa e sulle sue relazioni con il mondo delle donne e degli uomini: il privato diventa politico ancora una volta. Scoprendo che di femminismi non ce n’è mai abbastanza.

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03 Febbraio 2022

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