Chi lo avrebbe mai detto?
Persino sul cartellone campeggiante sulla facciata del Palais du Cinema, che invece della tradizionale locandina riportava quest’anno i nomi di tutti i registi in concorso, il suo figurava per ultimo.
Era una questione meramente legata all’ordine alfabetico, eppure…ripetiamo, chi lo avrebbe mai detto? Apichatpong Weerasethakul, con il suo Uncle Boonmee Who Can Recall His Past Lives si è aggiudicato inaspettatamente la Palma d’Oro del 63mo Festival di Cannes.
Il suo bizzarro film ha scatenato tra il pubblico reazioni contrastanti: chi, di fronte ai buffi spiriti che compaiono al protagonista – tra cui un uomo scimmia con due occhi a infrarossi – è fuggito dopo mezz’ora, chi invece è rimasto incantato dal misticismo animista che pervade la pellicola, tratta appunto dal libro – come ha più volte dichiarato il regista – di un uomo che racconta di essere entrato in contatto con tutte le sue vite anteriori. Protagonista di questo lungometraggio pieno di natura, rumori, grotte e animali, è Boonmee, che soffre di insufficienza renale e che sente di stare per morire. I fantasmi di sua moglie deceduta e di suo figlio scomparso vanno a trovarlo per accompagnarlo nel suo ultimo viaggio. Insieme attraverseranno una giungla piena di spettri fino a una grotta in cima alla collina, luogo di nascita della sua prima vita.
“Sono tutte credenze che mi porto dall’infanzia – dice Weerasethakul – Il cinema è fondato anche lui sull’illusione, appunto come questi fantasmi”.
Nel mio Paese, dice “non si possono ormai fare più film. Tutto viene visto come un pericolo per la sicurezza nazionale. Damo abituati ad ubbidire e dove l’informazione che viene data è ormai solo propaganda, notizie di cui non sai mai se ti puoi fidare”.
La Thailandia, “al contrario della sua apparenza pacifica e di quello che dicono le agenzie di turismo – continua il regista – è molto violenta. Nel mio paese c’erano ormai tutti gli elementi che dovevano prima o poi esplodere. Ad esempio basti pensare all’enorme differenza che c’é tra classe ricca e classe povera che rende tutto più esplosivo. Speriamo solo che tutto questo porti a un miglioramento”.
Ma Weerasethakul ha ben trovato il modo di esprimere liberamente il suo pensiero, conquistando la giuria di Cannes, primo fra tutti il presidente, il visionario Tim Burton.
La distribuzione italiana del film se l’è accaparrata la Bim, assieme a Copia Conforme di Abbas Kiarostami, appena uscito in Italia, a Another Year di Mike Leigh e a Route Irish di Ken Loach, rimasti fuori dal Palmares.
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