Dov’è il posto più spaventoso del mondo? E’ dentro di noi, risponde il visionario regista di Essere John Malkovich, Spike Jonze, che ha appena affrontato un’altra sfida. Quella di portare sul grande schermo uno dei libri per l’infanzia più spiazzanti di tutti i tempi: “Nel paese di mostri selvaggi“, capolavoro dell’illustrazione realizzato nel 1963 da Maurice Sendak, e che ha venduto finora milioni di copie. Un libro per nulla rassicurante, le cui magnifiche illustrazioni – realizzate a penna, inchiostro e acquerello – parlano dell’infanzia e di quei luoghi immaginari nei quali i più piccoli si nascondono per capire il mondo.
La versione cinematografica del libro arriva in sala, dal 30 ottobre, col titolo Nel paese delle creature selvagge. Costato alla Warner che l’ha prodotto quanto Shrek – quasi cento milioni di dollari – la pellicola è stata realizzata con pochi effetti speciali: i mostri in scena sono davvero pupazzoni alti tre metri, e la computer grafica ne ha ricostruito solo le espressioni.
Il protagonista è Max, un bambino turbolento e sensibile che si sente incompreso a casa e trova rifugio nel paese dei Mostri Selvaggi. Un luogo remoto e immaginario, partorito dalla sua rabbia e popolato da creature dai sentimenti imprevedibili. Lì può nascondere le sue paure ma anche realizzare ogni fantasia: far baccano, gridare e distruggere, senza essere per questo ripreso dalla mamma. E’ il lato oscuro che è dentro di lui, perché, come spiega Maurice Sendak, “i bambini convivono con emozioni dirompenti, paura e ansia fanno intrinsecamente parte della loro vita quotidiana”. I mostri sono enormi, hanno gli occhi gialli e gli artigli lunghi. Ma non sono mai spaventosi fino in fondo, e continuano a sorridergli anche quando arrivano ad amarlo tanto da volerlo mangiare.
Ed è proprio Max la creatura più selvaggia e terrorizzante, e di quel paese diventa perciò il sovrano. Ma presto scopre che governare il suo regno non è così facile e le relazioni con i mostri si rivelano più complicate di quello che aveva previsto. Max si sente solo e desidera più di ogni cosa tornare indietro, in quel posto rassicurante che è la sua casa, dove lo aspetta la cena ancora calda.
“Attraverso la fantasia i bambini giungono alla catarsi – spiega Sendak, – è il migliore strumento per dominare i Mostri Selvaggi”. E’ di se stesso che Max ha paura, e del confine labile tra bene e male che la sua mente può creare. E usa, dunque, la fantasia per riprendere il controllo sulle sue emozioni negative.
Nel paese delle creature selvagge ha tra i doppiatori italiani Pierfrancesco Favino, che dà la voce al mostro Carol, la creatura a cui Max si lega di più. “Guardando il film mi sono ricordato di quanti sconvolgimenti ho vissuto da bambino – ha detto l’attore – e penso che l’origine di tante emozioni profonde, provate poi da adulto, sia la stessa”. Perché in ognuno di noi, come sottolinea il film, rimane sempre tutto quello che abbiamo fatto, amato e capito.
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