Quei fotografi anonimi: autoritratto dell’Italia

"Anni interessanti-Momenti di vita italiana. 1960-1975" è la mostra ospitata al Museo di Roma in Trastevere. L’esposizione, curata da Enrico Menduni, è promossa da Archivio Luce Cinecittà


La foto di un ingorgo stradale all’inizio degli anni ’60, con le persone in piedi fuori dalle loro utilitarie popolari incolonnate e ferme in attesa che il traffico torni normale, suggerisce l’immagine di un’Italia che corre verso la modernità ma nel contempo s’arresta per i problemi ancora irrisolti e le tante contraddizioni presenti. Questo scatto di un anonimo autore fa parte della mostra fotografica Anni interessanti – Momenti di vita italiana. 1960-1975, ospitata al Museo di Roma in Trastevere (Piazza di S. Egidio, 1/b) dal 13 maggio al 16 ottobre. L’esposizione è promossa e organizzata da Archivio Luce Cinecittà con Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, in collaborazione con CSAC – Università degli Studi di Parma, Rai Teche e con il patrocinio del Comune di Parma. Servizi museali Zètema Progetto Cultura.

Curata dall’esperto di mass media Enrico Menduni e con responsabile del progetto Maria Gabriella Macchiarulo, la mostra è l’autobiografia per immagini del nostro Paese dentro un quindicennio di storia nazionale. Un’epoca che con i suoi slanci e contraddizioni riverbera i suoi effetti fino alla nostra, e ci fa ancora etichettare quel periodo come gli anni del ‘boom’. Protagonista e testimone della mostra è la foto di agenzia: 124 Istantanee di momenti e personaggi topici realizzate dalle grandi agenzie fotografiche e inviate quotidianamente ai settimanali popolari e ai giornali, talvolta pubblicate ma soprattutto scartate. Immagini, tutte in bianco e nero, dalla prima di fine anni ’50 con il completamento della costruzione del grattacielo Pirelli a Milano, all’ultima che ritrae una Radio libera nata nel 1975.

Un percorso che predilige soprattutto i contrasti tra foto provenienti da la VEDO e la DIAL – entrambi i fondi conservati nell’ Archivio Luce – dalla Publifoto Roma e Archivio Farabola. “Anni interessanti” prende in prestito il titolo dell’autobiografia di Eric J. Hobsbawm, il grande storico del Secolo breve. Il percorso espositivo è annotato da citazioni letterarie di intellettuali del periodo: da Pasolini a Calvino, da Elsa Morante e Bianciardi, a Flaiano e Arbasino. Le foto di agenzia sono in gran parte anonime accanto ad alcune di grandi artisti del reportage come Caio Mario Garrubba, Berengo Gardin, Pino Settanni e Carlo Cisventi. Si tratta di lavori dei ‘paparazzi’: autori in grado di cogliere la società di sorpresa, facendo scoop e insieme critica di costume. Sconosciuto è l’autore dell’immagine emblematica (1960) di Aldo Moro, da solo, sorpreso a scrivere su un banchetto, con alle spalle decine di sedie vuote. È la copertina di quello che accadrà il decennio successivo. Del 1975 è una foto, realizzata da Dino Pedriali, di un uomo, ritratto fieramente dietro gli occhiali da sole, la camicia e i jeans attillati, in posa davanti alla sua Alfa Romeo GT. Si tratta di Pier Paolo Pasolini, il contestatore della crisi antropologica che ha colpito il nostro Paese. Morirà quello stesso anno. Ci sono poi in mostra le foto del Ponte Morandi in costruzione, dei Beatles sul tetto del Duomo, dei rottami sparsi dell’aereo di Enrico Mattei, dell’auto sfasciata di Fred Buscaglione, dell’alluvione di Firenze del 1966, delle prime contestazioni studentesche, dei funerali delle vittime dell’attentato di Piazza Fontana, degli striscioni per il nuovo diritto di famiglia, il divorzio, l’Anno santo 1975.

L’Italia raccontata da “Anni interessanti” è quella uscita dalle rovine della guerra, sospinta dal Piano Marshall, l’Italia che costruisce autostrade, infrastrutture, palazzi, capannoni industriali, forsennatamente. Che abbandona le campagne, e trasforma un popolo agricolo in cittadini di metropoli industriali. I giovani per la prima volta si affacciano da protagonisti sulla scena. E una nuova richiesta di partecipazione democratica accanto a un vertiginoso consumismo. Dove un conservatorismo di base lotta con una crescente domanda di riforme.

“Questa mostra costituisce un momento di sintesi dell’Archivio Luce che presenta un focus, in questo caso una visione d’autore, del suo immenso patrimonio, di cui un milione e mezzo di foto ancora da digitalizzare – dice la Presidente di Cinecittà Chiara Sbarigia – E questa visione d’autore è fatta da tantissime immagini che non hanno il nome del fotografo. La mostra rappresenta in pieno la funzione dell’Archivio che è quella didattica, della trasmissione della nostra storia, anche quella di dare un punto di vista che orienti alla comprensione di un periodo. In un’ideale autobiografia della nazione, gli “Anni interessanti” ripercorrono l’ebbrezza dell’apertura al mondo (la diffusione delle auto, l’autostrada, il turismo), della ribellione ai genitori (le prime rivolte studentesche), ma anche la perdita dell’innocenza (la strage di piazza Fontana)”.

Per il curatore Menduni “la fotografia è una grande protagonista degli anni ’60, la stampa ricorre sempre più all’evidenza fotografica per comunicare le notizie, talvolta riduce la notizia alla didascalia associata a una foto. Le agenzie inviano i loro fotografi sui luoghi degli eventi per documentare i fatti di cronaca nera o rosa, appuntamenti politici o mondani, per produrre immagini che contestualizzano eventi o periodi dell’anno. Quando il fotografo torna in agenzia i suoi rullini sono rapidamente sviluppati e trasformati in provini positivi e solo in alcuni casi c’è il nome del fotografo – afferma Menduni – Una piccola parte di queste foto sarà effettivamente pubblicata. La mostra propone allora foto inedite e spesso anonime, addirittura sono state stampate per la prima volta da negativi non utilizzati in precedenza. In scena quell’Italia che si raccontava con due narrative parallele che solo a tratti si intrecciavano: come un Paese ormai prospero e intento a riti collettivi vacanzieri e consumistici propri di un benessere in procinto di arrivare, o come un territorio inquieto, dove vecchi problemi irrisolti coesistevano con nuove contraddizioni, frutto anche di quel tumultuoso progresso essenzialmente materiale”.

Completa la mostra un catalogo, per la cura di Enrico Menduni, edito da Electa, con testi del curatore e di Chiara Sbarigia, presidente di Cinecittà. Il volume riproduce tutte le immagini presenti in mostra, con una descrizione degli Archivi fotografici e un prezioso Regesto. E dal 24 maggio all’11 ottobre una retrospettiva cinematografica accompagnerà l’esposizione, con proiezioni di film (a ingresso gratuito per i visitatori della mostra). Un’antologia di capolavori del momento più brillante del nostro cinema: Io la conoscevo bene di Antonio Pietrangeli, Il medico della mutua di Luigi Zampa, Boccaccio ‘70 di De Sica, Fellini, Monicelli, Visconti, Il caso Mattei di Francesco Rosi, Prima della rivoluzione di Bernardo Bertolucci, Le mani sulla città di Francesco Rosi, Il posto di Ermanno Olmi, Mamma Roma di Pier Paolo Pasolini, I mostri di Dino Risi, I complessi di Dino Risi, Franco Rossi, Luigi Filippo D’Amico.

Alla presentazione della Mostra hanno partecipato anche Giancarlo Babusci, Direttore della Direzione Musei d’arte e della Scienza e patrimonio artistico delle ville storiche, e Enrico Bufalini, Direttore Archivio Luce. 

 

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