Nel 1995 il rivoluzionario lungometraggio di animazione Toy Story, tra i primi a essere realizzati completamente in CGI, aveva emozionato grandi e piccini con le rocambolesche avventure di un gruppo di giocattoli che, durante la notte, si animavano e studiavano piani per evitare di essere sostituiti con altri balocchi dal loro padroncino Andy nel giorno del suo compleanno. Il cowboy Woody e l’astronauta Buzz tornarono poi in un sequel del ’99, mentre il secondo fu il protagonista di uno spin-off “solista” e perfino di una serie televisiva, entrambi del 2000.
I pupazzotti, insomma, hanno costantemente continuato a ricevere consensi, come testimonia la recente conversione in 3D dei primi due capitoli della serie e una lussuosa edizione in Blu – Ray uscita proprio quest’anno.
Ma cosa succede quando i bambini crescono?
E’ questa la domanda a cui prova a dare risposta, con una sceneggiatura scoppiettante di Michael Arndt, il terzo, attesissimo capitolo del franchise, dal titolo Toy Story 3 – La grande fuga, che esce il 7 luglio, naturalmente in 3D.
Andy ha ormai 17 anni e si appresta ad andare al college. I giocattoli non li usa più da tempo, e a nulla valgono i goffi tentativi di Woody, Buzz e compagnia per tentare di attirare la sua attenzione. La mamma fa pressione: bisogna scegliere cosa tenere, cosa buttare via e cosa donare ai bambini dell’asilo. Asilo che, dopo una prima positiva e ingannevole impressione, si rivelerà un vero inferno: i nostri vengono “torturati” e ampiamente strapazzati dai bambini più piccoli, che non hanno la minima idea di come giocare con loro. Come se non bastasse, l’orsacchiotto rosa e tenerone che accoglie i nuovi ospiti con un abbraccio e una rassicurante risata, si mostrerà ben presto per ciò che è veramente: uno spietato kapò, che vigila sul reparto giocattoli come se si trattasse di un campo di prigionia. E’ necessario dunque elaborare un piano d’evasione, che culminerà in un’avventura ritmata, ricca di citazioni, colpi di scena e battute fruibili non solo dai bimbi, ma anche dai genitori che li accompagnano. Perché c’è sempre tempo per rispolverare i giochi.
Oltre ai vecchi amici Buzz, Woody, Jessie, Hamm, Mr. e Mrs. Potato, Rex e Slinky, ci sono molti nuovi personaggi, tra cui spiccano una Barbie più emancipata di quel che sembra e un Ken decisamente vanesio ed effeminato, ma comunque innamorato perso della sua bambola bionda.
“L’idea di inserire Ken nel film – spiega il regista Lee Unkrich – era legata a possibili elementi comici. Ken è apparentemente solo un giocattolo da ragazzine e per Barbie non è altro che un accessorio. Non è più importante di un paio di scarpe o una borsa”.
Nell’edizione italiana, a dar voce ai personaggi troviamo nuovamente volti noti della tv e dello spettacolo: Fabrizio Frizzi ricopre il ruolo di Woody e Massimo Dapporto quello di Buzz – che in alcune scene si cimenta in un esilarante spagnolo “tipico” – mentre Claudia Gerini e Fabio De Luigi sono la “coppia non tanto perfetta” Barbie e Ken.
Il pagliaccio triste Chuckles ha la voce di Giorgio Faletti mentre il Telefono Chiacchierone e il perfido orso Lotso sono interpretati, rispettivamente, da Gerry Scotti e Riccardo Garrone.
La produzione esecutiva è del “mago” John Lasseter, responsabile creativo dei Walt Disney and Pixar Animation Studios e regista dei primi due capitoli sul mondo dei giocattoli.
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