PUPI AVATI


“E’ una grande soddisfazione essere selezionato per Cannes proprio quando il nostro cinema conosce un anno di svolta. Una svolta finalmente netta e chiara, non più letteraria, non più titolo puramente giornalistico, perché si sono prodotte le condizioni per una nuova attenzione verso i film nazionali da parte del pubblico italiano. I segnali di riavvicinamento sono indiscutibili”. Troviamo il regista Pupi Avati, da oggi in competizione per la Palma d’Oro con Il cuore altrove, al ritorno da Bologna dove era impegnato nel doppiaggio del suo nuovo film La rivincita di Natale, sequel dell’applaudito Regalo di Natale, in uscita a fine anno.

Allora come si sente dopo la notizia appena giunta da Parigi?
Ho la conferma da parte di altri e soprattutto oltreconfine di essere ancora vivo in senso professionale, di essere un regista cinematografico vivente. Tutto ciò mi rassicura, mi tranquillizza. In fondo alla mia età, dopo 35 anni di carriera artistica, i problemi riguardano l’ambito generazionale, in particolare il gap, il divario con gli altri autori.

Torna a Cannes a 10 anni esatti, nel ’93 era in sempre in concorso con la vigilia dell’anno Mille, metafora dell’oggi, raccontata in “Magnificat” e nel ’91 con l’omaggio al jazzista bianco Leon Beiderbecke in “Bix”.
Ma queste 2 pellicole erano su un’altra lunghezza d’onda. Il cuore altrove è un film che oltre a testimoniare il nostro paese, mi rappresenta fortemente. Questa è la prima volta che il pubblico della Croisette mi conosce in questa luce. Le altre volte c’erano i miei film, ma non tutto me stesso. E allora non potrò non vivere con intensità e partecipazione il successo o l’insuccesso.

Insomma c’è Avati in prima persona?
Il cuore altrove è un’opera riconducibile, sia a livello emotivo che sentimentale, a quella cinematografia “autobiografica” in senso stretto, a quei miei film che non avevano avuto in passato la fortuna di essere visti sulla Croisette. E poi sono contento più di altre volte perché partecipo con un’opera fortemente italiana, con solide radici nella nostra cultura e storia, che getta uno sguardo sulle pretese spaccature tra Nord e Sud. E inoltre c’è un grande amore verso i nostri attori, con la scelta di 2 inedite e poco conosciute facce, guidate e sorrette da attori più tradizionali. Una scelta che assegna al film un’aura di classicità che non mi dispiace.

Il cinema italiano sarà a Cannes nel segno di un grande…
Come uomo di cinema mi sento in debito verso Fellini e in particolare verso 8 e ½. L’ho conosciuto quando non era più il regista acclamato e venerato ed era in competizione con il Fellini de La dolce vita. Ho vissuto la lunga stagione del suo tramonto, un periodo doloroso ma ricco d’umanità. Ora rimane questa retrospettiva integrale dei 20 film, sottotitolati e proiettati sulla Croisette, ma non c’è più lui che era ancora meglio umanamente delle sue opere.

Col suo prossimo film, che prosegue “Regalo di Natale”, non corre un po’ il rischio di ripetersi?
Sono pronto a ricevere le prevedibili critiche che era meglio l’originale. Ma come potevo rifiutare l’invito dei 5 amici interpreti di allora, che mi hanno chiesto in modo affettuoso di occuparmi ancora di loro. Potevo resistere per un po’, ma poi come lasciarli soli?

Interviste

Ti West
Interviste

Ti West: “in ‘MaXXXine’, gli anni ’80 che nessuno vuole mostrare”

Con MaXXXine, in sala con Lucky Red, Ti West conclude la trilogia iniziata con X: A Sexy Horror Story e proseguita con Pearl, confermandosi una delle voci più originali del cinema di genere dell’era Covid e post-Covid

play
Interviste

Trincia: “ognuno di noi ha sentito vicinanza con questo caso”

Dove nessuno guarda. Il caso Elisa Claps - La serie ripercorre in 4 episodi una delle più incredibili storie di cronaca italiane: il 13 e 14 novembre su Sky TG24, Sky Crime e Sky Documentaries.

play
Interviste

Luchetti: “ho voluto raccontare Carla anche come donna politica”

Codice Carla mostra come Carla Fracci (1936-2021) fosse molto più di una ballerina famosa.

Interviste

Marco Valerio Gallo: come ti disegno ‘Freaks Out’

Il disegnatore, illustratore e docente presso la Scuola Romana dei Fumetti ci racconta come ha lavorato sugli storyboard dell'ultimo successo di Gabriele Mainetti


Ultimi aggiornamenti