PUGNI SINISTRI

Mentre la voce di un arbitro scandisce il count down verso il pugile a terra, in 8 minuti 10 diversi pugni scorrono sullo schermo. Pugni violenti o voluttuosi, vincitori o perdenti, fino all’ultimo: quello chiuso levato in aria.
E’ Pugni e su di me si chiude un cielo, il video di Andrea Adriatico presentato ieri al Lido nella sezione Nuovi Territori e prodotto da Teatri di Vita, il teatro sperimentale del Comune di Bologna creato nel 1992 dallo stesso regista.
Ed è proprio il 36enne regista a spiegare l’ironico filmato: “I miei lavori hanno sempre riferimenti stretti con la realtà. Qui metto in scena lo schiaffo sonoro ricevuto dalla sinistra di cui il pugno era il simbolo più forte. Più del dato politico mi interessa quello emotivo: un tempo quel simbolo significava emozione, vita e sentimenti. Oggi non più. Insomma, il pugno del video è quello che ci siamo dati in faccia come mostrano i visi maciullati dal k.o. che compaiono alla fine”. Lo spunto, continua Adriatico, “viene da Mani, operina del teatro futurista sintetico scritta da Corra e Marinetti. Ho usato la loro idea cambiandone il segno. Chissà, forse Marinetti non mi approverebbe”.
Nel video pugni, voce e volti sono di Gino Paccagnella, attore di Leo De Berardinis, Raul Ruiz e Giorgio Barberio Corsetti e di due pugili: il professionista Simone Rotolo e il dilettante Marco Sacramati.
Per Adriatico, un passato da giornalista e critico teatrale, è il terzo video dopo Anarchie quel che resta di liberté, egalité fraternité (2000) e L’auto del silenzio con cui ha vinto il premio per “il miglior contributo artistico” all’Arcipelago Film Festival 2002.