“Come tanti fra noi sono sempre stato un fan appassionato di Gigi Proietti e in più ho avuto la fortuna di conoscerlo in questo ultimo anno e mezzo. La cosa che mi ha colpito di più è stata la sua straordinaria umanità oltre che la professionalità incredibile. Era gentile, educato, sempre disponibile… mi mancherà tantissimo”. E’ l’omaggio che gli rende, parlando con l’ANSA, Edoardo Falcone, regista dell’ultimo film girato dal grande attore, la commedia Io sono Babbo Natale (in arrivo a dicembre con Lucky Red). Nel film Marco Giallini è Ettore, un ex galeotto senza grandi prospettive se non continuare la carriera da rapinatore. E’ così che si ritrova a casa Nicola (Gigi Proietti), un simpatico signore che gli rivela di essere Babbo Natale. “Per fare un esempio di che persona fosse Gigi, basti pensare che quando per qualche motivo non poteva risponderti al telefono, poi richiamava per scusarsi – racconta, emozionato, il cineasta -. Era un uomo che si dava completamente, amava il suo lavoro e sul set da lui avevi sempre il massimo”. Falcone non si sofferma sul film, ma sull’incontro umano con l’attore: “Scrivendo pensavo già a lui come coprotagonista, insieme a Giallini. Ero strafelice quando ha accettato e adesso non vedevo l’ora di fargli vedere il lavoro finito. Lui è strepitoso in questo personaggio. Mi rimane questo grande dispiacere, non averglielo potuto mostrare”.
Il primo giorno sul set insieme “ero emozionato, mi sembrava un sogno dirigerlo, ma sapevo che avevamo un obiettivo comune e l’abbiamo costruito insieme il suo ruolo…”. Proietti “era anche felicissimo di lavorare con Marco Giallini, e viceversa. Erano molto uniti, poi Marco a lui era quasi devoto, come tutti noi. Non recitano padre e figlio, ma nella storia è come se si creasse quel tipo di legame”.
Proietti “dal punto di vista cinematografico è stato un po’ sfortunato – osserva Falcone -, ha fatto film fantastici come Febbre da cavallo o La Tosca di Gigi Magni, che io amo tantissimo, o Casotto… ma ne avrebbe meritati molti di più. Ed ho amato ugualmente i suoi spettacoli a teatro, come I sette re di Roma“.
Al di là dell’essere una commedia, in Io sono Babbo Natale “Proietti ha infuso una grande umanità e a vederlo in quella parte dopo ciò che è successo, si proverà, credo, una grande tenerezza”. Pensando a lui, “mi viene subito in mente la sua disponibilità, la grande umiltà con cui affrontava il lavoro. E’ anche un monito per tante persone di quest’ambiente che dovrebbero solo imparare da lui”.
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