ROMA – L’Europa dell’audiovisivo sta emergendo e potrebbe diventare riferimento anche oltreoceano. Brendan Fitzgerald di Sony Pictures Television e Elisabeth D’Arvieu di Mediawan, ospiti al MIA 2023, non hanno dubbi al riguardo e si organizzano di conseguenza. L’SVP Intrernational Co-Productions Sony Pictures Television ha sottolineato come grazie alle location esclusive e numerose agevolazioni fiscali, offerte dai paesi dell’Europa centrale e orientale, in un futuro prossimo molti stati saranno in grado di produrre serie televisive di alta qualità al 55% del costo di una produzione americana.
Per D’Arvieu, della francese Mediawan, l’Europa potrà competere al 100% in termini di qualità: “abbiamo un ambiente favorevole in termini di costi in luoghi come Spagna, Italia, Grecia e Belgio e la combinazione di costi e contenuti e un vasto pool di talenti rappresenta un incredibile vantaggio competitivo per gli studi europei come il nostro”.
Diversi esponenti del settore televisivo europeo sostengono che le storiche barriere del mercato europeo stanno finalmente venendo meno. “In passato c’era un limite tecnologico, ma anche di lingua e di pubblico”, ha dichiarato l’SVP Global Scripted Serie di Universal International Studios Tesha Crawford, garantendo l’entrata dell’Europa in una fase differente per l’audiovisivo.
Ad aiutare è stata la rinascita del servizio televisivo pubblico europeo. “Abbiamo riscoperto il valore delle emittenti locali in Francia e nel resto d’Europa”, ha dichiarato Francoise Guyonnet di Studiocanal. “Sono sempre stati buoni partner locali e sono più aperti a spettacoli ambiziosi e alla condivisione dei diritti con altri PSB, streamer o distributori internazionali”. Sono cambiati rapporti e le opportunità, e oggi, spiegano, i broadcaster non sono più la seconda scelta di chi è rimbalzato dagli streamer. La crescita di contenuti non scripted, come reality e documentari, ha poi avvantaggiato le competenze già presenti all’interno dei broadcaster.
Un elemento fondamentale per l’affermazione del mercato europeo è l’identità linguistica. Se infatti i film in lingua inglese sono più semplici da acquisire e distribuire a livello internazionale, cresce l’utilizzo di sottotitoli e doppiaggio, così come la richiesta di contenuti stranieri provenienti dai paesi più disparati. Aggiungere il doppiaggio significa cambiare i budget di certi progetti, introducendo un modello di business differente. Studiocanal ha deciso di lasciare che Thomas Vinterberg (Another Round) girasse la propria nuova serie, Families Like ours, in danese, mentre Mediawan conferma la diffusione di sceneggiature in lingua straniera, sempre più “un ottimo argomento di vendita”.
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