La isla minima del regista Alberto Rodríguez ha trionfato ai Goya, i principali premi del cinema spagnolo: su ben 17 nomination ricevute il film ha incassato 10 riconoscimenti, tra i quali quelli per il miglior film, la miglior regia e la migliore sceneggiatura originale. Ai Goya c’è stato spazio anche per un italiano: il riconoscimento per il miglior cortometraggio di animazione è andato a Juan y la nube, prodotto dalla società Zampanò che ha sede a Madrid ma è guidata dall’italiano Giovanni Maccelli e dalla moglie spagnola Carlota Coronado.
La pellicola di Riodriguez si è imposta su El Niño di Daniel Monzón, che aveva ricevuto 16 nomination, Magical Girl di Carlos Vermut, Relatos Salvajes dell’argentino Damián Szifrón, e Loreak di José María Goenaga e Jon Garaño. La isla minima, thriller ambientato nella Spagna negli anni ’80, ha incassato anche il premio per il miglior attore protagonista, andato a Javier Gutiérrez. Il Goya per la migliore attrice è stato invece assegnato a Bárbara Lennie per la sua interpretazione in Magical Girl. Fra i protagonisti della serata anche l’attore Antonio Banderas che ha ricevuto il Goya de Honor, dalle mani del regista Pedro Almodovar e proprio Almodovar ha attaccato, nel corso della cerimonia tenutasi nella notte a Madrid, il ministro della Cultura spagnolo, Jose Ignacio Wert: “Buonasera signori della cultura e amici del cinema spagnolo. Signor Wert, lei non è incluso in quest’ultima categoria”.
Il cortometraggio di Rocco Anelli sarà proiettato a Roma con una proiezione evento il 29 novembre ore 19.00 presso il Cinema Azzurro Scipioni. Online il trailer ufficiale
Presentata a Venezia 80 e Premio Speciale ai Nastri d’Argento 2024, l'opera del regista crotonese, scritta dal fratello Severino e con la fotografia di Daniele Ciprì, è un toccante e poetico inno alla pace
Il 18 novembre alle ore 19:00 presso il Cinema Caravaggio di Roma si terrà l'anteprima del cortometraggio diretto da Jacopo Marchini e prodotto da Movi Production
Il progetto di Lucilla Colonna si ispira liberamente al film La città delle donne di Federico Fellini, un'opera grottesca del 1980 che esplora l'incomunicabilità tra uomini e donne, rappresentata simbolicamente da un treno inghiottito da un tunnel oscuro