Gli organizzatori del festival Doclisboa (18-28 ottobre) hanno denunciato di aver ricevuto forti pressioni esterne, da parte di due ambasciate, per rimuovere dal programma un film e per i testi contenuti nel catalogo della rassegna. Una pressione non gradita dal festival, ovviamente, che ha definito la vicenda “mai accaduta a nostra memoria”.
Doclisboa è stato creato da Apordoc – Association for Documentary con l’intenzione di promuovere la cultura del documentario, con la sua forza di libertà e diversità. “Invitiamo tutte le ambasciate in Portogallo – prosegue il comunicato – così come tutte le istituzioni governative, a partecipare ai dibattiti pubblici esercitando il loro diritto di indignazione, critica e dialogo. Doclisboa è un territorio di discussione e non di censura”.
I due paesi che hanno chiesto al festival di modificare il programma sono l’Ucraina (per il film Their Own Republic di Aliona Polunina, che segue un battaglione filorusso nel Donetsk) e la Turchia che ha protestato per l’uso dell’espressione “genocidio armeno” nel catalogo del festival, espressione che viene considerata “un’offesa al popolo turco”.
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