PREMIO SACCHI 2002


Sono 28 anni che il Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani (vai sul sito) organizza il Premio Sacchi per tesi sul cinema. La manifestazione, unica in Europa tanto che i francesi ce l’invidiano, seleziona ogni anno decine di tesi pervenute dagli atenei italiani e francesi, ed è dedicata alla memoria uno dei primi e più apprezzati critici cinematografici italiani, Filippo Sacchi (un articolo sulla raccolta delle sue recensioni, Al cinema negli anni ‘30, lo trovate in rete).
La notizia di quest’anno è la scoperta della stretta parentela tra Sacchi e Giovanna Mezzogiorno, presente alla premiazione insieme ai giurati Guido Cincotti, Tilde Corsi, Stefano Della Casa, Oreste de Fornari e Mario Verdone, riunitisi oggi nella sede dell’SNGCI in Corso Vittorio Emanuele a Roma.
“Sono stata in qualche modo circondata dalla mia famiglia” rivela la Mezzogiorno, “quasi incatenata a una tradizione che non è solo di recitazione – sto pensando per esempio a mio padre Vittorio – ma anche di critica. Mio nonno Filippo l’ho solo sfiorato: lui è morto qualche anno prima che nascessi, nel 1971″.
Il premio Sacchi ha lo scopo di incoraggiare l’attività dei giovani studiosi attraverso l’assegnazione di premi in denaro (vai al bando di quest’anno in rete) e la pubblicazione dei saggi più meritevoli.
Il Primo Premio (3.000.000 di lire) è stato attribuito a Viviana Lapertosa dell’Università di Bologna con una tesi dal titolo Dalla fame all’abbondanza: gli italiani e il cibo nel cinema italiano dal dopoguerra a oggi che opera un’originale ricognizione sul tema del cibo come scusa per analizzare alcuni comportamenti sociali. I miti del cinema italiano (Sordi, Un americano a Roma; Totò, Miseria e nobiltà e Ferreri, La grande abbuffata) si intrecciano con quelli del mangiare all’italiana e con l’antinomia Visconti/Fellini riferita a due diverse maniere di rappresentazione del cibo: dai timballi “realistici” della cena del Gattopardo allo scatenamento fantastico della Sagra dello Gnocco in La voce della luna.
Interessante – da un punto di vista del linguaggio cinematografico – sembra anche la tesi di Armando Casaroli (Università di Torino), che mette in relazione due “momenti” della storia del cinema molto lontani tra loro: Cabiria e Shining, analizzando come il lento carrello di Pastrone sia straordinariamente assimilabile ai carrelli con steadicam di Kubrick, che “sembrano provenire dal nulla e perdersi nel nulla”. Uno sguardo originale sulla storia dei movimenti di macchina, dal taglio più “psicologico”che tecnico.
La sorpresa di quest’anno è stata poi l’affiancamento al SNGCI del canale satellitare CineCinemas, che ha scelto di premiare tre tesi di ambito tecnico-saggistico sull’argomento del digitale: Il cinema nella televisione satellitare. Analisi della programmazione nei canali tematici italiani (1997-2000) di Valentina Culatti; L’introduzione della tecnologia digitale nel cinema italiano di Michela Greco e Dalla serialità alle immagini digitali. Analisi di un percorso tra cinema e tv di Christian Uva.
Tamtam ospiterà nei prossimi giorni alcuni interventi dei finalisti.

autore
25 Gennaio 2002

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