VENEZIA – L’Italian Pavilion di Venezia ha ospitato la prima edizione del Premio Gina Lollobrigida, andato allo scultore Jago (Anagni, 1987). Il premio, che nasce per iniziativa congiunta del Sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni e della presidente di Cinecittà Chiara Sbarigia, intende ricordare l’arte poliedrica dell’attrice, cantante, scultrice e fotografa – tra i suoi scatti personaggi come Fidel e Audrey Hepburn – scomparsa il 16 gennaio 2023.
“Il premio – spiega il sottosegretario Lucia Borgonzoni – l’abbiamo annunciato l’anno scorso durante la camera ardente di Gina, insieme alla mostra dedicata a lei. L’unico sogno non realizzato della sua straordinaria carriera era il Leone alla carriera a Venezia. Aveva avuto la Star of Fame a Hollywood ma avrebbe voluto un riconoscimento dal suo paese. Però sarebbe stato triste se avessero dato un Leone postumo a una donna di grande vitalità come lei, quindi abbiamo pensato, con la presidente di Cinecittà Chiara Sbarigia, che un riconoscimento consegnato alla Mostra di Venezia a un giovane artista sarebbe stato il modo migliore per ricordarla. Era una donna fuori da qualunque tipo di schema. Quanti artisti direbbero di no alle major americane per un senso di libertà? Guardava i grandi del mondo con aria di sfida, fotografò tutti, era un’ambasciatrice del nostro paese e contemporaneamente una diva molto vicina alla gente, cosa per cui è stata anche criticata. L’ho conosciuta a Taormina e mi parlava delle cose che dovevamo fare assieme, pensava al futuro, non al passato, era una donna che aveva tantissimo da raccontare e credeva tantissimo nei giovani”.
“Gina – aggiunge la presidente di Cinecittà Chiara Sbarigia – è simbolo della multidisciplinarietà e della capacità di cambiare idea nella vita, il suo è un artigianato artistico in cui Cinecittà si riconosce perché Cinecittà non è solo racchiusa nelle mura di Roma, ma si proietta nel mondo, facciamo corsi di formazione con la Scala di Milano, a Matera, siamo aperti a tutte le arti come dimostrano gli eventi organizzati con Vanessa Beecroft e Quayola. Le foto dell’Archivio Luce scelte per la grande mostra su di lei che abbiamo organizzato a Palazzo Poli a Roma sono testimonianza della ricchezza della sua opera e dimostrano anche quanto fosse una diva alla mano, c’è una foto in cui è seduta in camerino e mangia gli spaghetti appoggiata su una cassa. Aveva rapporti con grandi stilisti ma si aggiustava i vestiti da sola. A un certo punto ha venduto i suoi gioielli per poter fare altre cose, faceva beneficenza senza dirlo a nessuno. Amo l’aspetto umano di questa grande diva”.
All’incontro, condotto dalla giornalista Cristina Battocletti, è intervenuto il presidente della Biennale Pietrangelo Buttafuoco che ha insistito sulla qualità multidisciplinare dell’opera di Gina Lollobrigida in sintonia con la capacità della Biennale di dialogare con tutte le arti, dal cinema alla danza, dall’arte all’architettura al teatro. Buttafuoco ha parlato della “versatilità” di Gina, “rappresentante di un’Italia capace di fantasia e di gioia come la Bersagliera in groppa al ciuchino nella celebre immagine”.
La presidente di Confindustria FEDERORAFI Claudia Piaserico ha illustrato le caratteristiche del premio, una statuetta in bronzo placcata in oro 24 carati con bordature in microdiamante e applicazioni in smalto bianco madreperlaceo, che simboleggia eleganza e luminosità di una figura femminile in abito di gala. “E’ la narrazione perfetta del made in Italy, sintesi di artigianalità e innovazione, creata dalla giovane designer Chiara Fabbri con la tecnologia 3D e coinvolgendo la Tronca Morgiana per gli smalti”, ha aggiunto.
Jago, artista molto noto a livello internazionale a cui Luigi Pingitore ha dedicato un documentario presentato al Tribeca, ha parlato del lavoro dello scultore. “E’ un lavoro per folli, c’è una gestazione che è anche sofferenza. Senza il tuo gesto quotidiano e il tuo amore infinito l’opera non può venire al mondo. La creatività può germogliare ovunque e Gina è stata appunto in grado di applicarla ovunque. Confrontarsi con un corpo è un’esperienza mistica. Per me ritrarre un corpo femminile significa indagare la sensibilità della donna che è in me, perché quando fai un ritratto inserisci quello che conosci meglio, cioè te stesso. Occuparsi di bellezza è il vero ruolo dell’arte. La bellezza ci rende civili. Non sono in grado di riassumere in una frase quello che ha rappresentato per me Gina, ma la ringrazio per quello che è riuscita a creare perché ha creduto in se stessa e ha detto no a tante cose e oggi da lei nasce questo premio che accolgo con umiltà”.
Questa la motivazione del premio: “Jago ha saputo coniugare perizia tecnica ed espressività plastica a una profonda e innata capacità comunicativa. L’impatto dei suoi soggetti, una spiccata sensibilità nel rapporto con la materia e un senso spettacolare nel dare forma emozionale al tempo, ne hanno fatto una figura di creatore riconoscibile, capace di imporsi sulla scena artistica internazionale, portando l’arte italiana nel mondo. Talento artistico e comunicativo sono aspetti che accomunano Jago alla dedicataria di questa iniziativa, Gina Lollobrigida. Che ci piace ricordare anche come scultrice, fotoreporter e poligrafa”.
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