È un’edizione speciale per il Premio De Sica, quella del 2004. Proprio quest’anno cade infatti il trentennale della morte dell’indimenticabile maestro di Sciuscià e Ladri di biciclette. Per ricordarlo l’associazione presieduta da Gian Luigi Rondi ha voluto offrire il prestigioso riconoscimento a produttori e distributori, più che ad attori e registi. Ma è bastata la presenza di Aldo Giovanni e Giacomo, il trio capace di sbancare i botteghini con una comicità che piace anche ai palati più intellettuali, per stemperare il rigido cerimoniale del Quirinale con battute, smorfie e piccole gag.
In anticipo rispetto agli altri anni, perché il presidente Ciampi sta per partire per la Cina, una folta rappresentanza di cineasti italiani si è raccolta questo pomeriggio nel Salone dei Corazzieri. Con loro anche tre registi europei, a sottolineare lo storico momento della firma della Costituzione UE: Theo Angelopoulos, Carlos Saura e Volker Schloendorff.
Il ministro Giuliano Urbani ha ricordato Vittorio De Sica come simbolo di qualità umanistica e ha sottolineato lo sforzo del governo per sostenere quella qualità in tutte le sue forme, dalla produzione alla formazione, con il CSC e le altre scuole. Carlo Azeglio Ciampi, dopo aver speso parole emozionate per ricordare la figura e l’opera di De Sica e del suo cinema “fatto di verità e di valori civili e umani”, ha lanciato una sorta di appello: ”Perché non utilizzare le occasioni delle visite di Stato all’estero per portare in quei Paesi il nostro cinema, vecchio e nuovo?”.
A Pechino, Shanghai e Canton, dal 4 al 9 dicembre, sarà l’opera di Michelangelo Antonioni ad accompagnare la delegazione ufficiale. Mentre Urbani, a margine della cerimonia, ha sottolineato come molto si stia facendo in questo senso, anche attraverso accordi di coproduzione e co-distribuzione proprio su mercati lontani con forti potenzialità anche turistiche e culturali, dalla Cina al Giappone alla Russia.
Per il presidente Ciampi occorre “difendere il cinema italiano ed europeo dall’invasione americana, soprattutto sostenendo i nostri registi di talento ma anche migliorando la diffusione e la distribuzione delle pellicole e raccontando storie che coinvolgano altri pubblici”. Ciampi, consapevole che “è in atto un rinnovamento delle idee, dei registi, degli sceneggiatori, degli attori, dei produttori, anche grazie all’impegno della televisione pubblica e privata e del ministero della Cultura”, ritiene che il pubblico italiano sia tornato al cinema e a vedere pellicole italiane”. Tra i tanti premiati, venti in tutto, a cui si aggiungono gli artisti insigniti con le onorificenze di Cavaliere della Gran Croce e Grande Ufficiale, il presidente della Repubblica ha voluto citare in particolare: Ermanno Olmi ”indagatore dell’animo e della storia”, Ugo Gregoretti ”che con ironia e inventiva ha saputo vivificare il legame che cinema e tv hanno con il teatro”, il greco Theo Angelopoulos e lo spagnolo Carlos Saura ”che hanno saputo gettare lo sguardo sulle radici antiche della nostra cultura”.
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