Andrà al regista iraniano Mohsen Makhmalbaf il Premio Robert Bresson 2015 che verrà conferito dalla Fondazione Ente dello Spettacolo (FEdS) e dalla ‘Rivista del Cinematografo’ in occasione della 72ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia lunedì 7 settembre alle 11.00 nello Spazio FEdS (Sala Tropicana 1) dell’Hotel Excelsior del Lido di Venezia.
Il riconoscimento sarà consegnato da S.E. Mons. Claudio Maria Celli, Presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, alla presenza del Presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo don Davide Milani.
Dopo essere stato uno dei registi di punta del cinema iraniano degli anni Ottanta, già dagli anni Novanta Makhmalbaf incomincia un percorso di distacco graduale dalla politica del governo iraniano e affronta un’ulteriore tappa nella costruzione di una nuova identità cinematografica. Autore da sempre sensibile ai conflitti politici e alle questioni socio-culturali del Medioriente, Mohsen Makhmalbaf rifugge dalla facile condanna verso i tanti despoti che opprimono la regione nonostante, esule con la moglie dall’Iran da oltre dieci anni, abbia una lunga storia familiare dolorosa. Il suo cinema, scaturito dal contatto diretto con le prime esperienze artistiche sviluppatesi dopo la rivoluzione islamica del 1979, nasce dallo sforzo di coniugare temi religiosi e sociali in forma di apologhi e raggiunge con piena consapevolezza una raffigurazione esteticamente alta e simbolica della realtà. Il Premio Robert Bresson – un’opera intitolata HOPE e realizzata dallo scultore e orafo Andrea Cagnetti, in arte Akelo – istituito nel 1999, viene assegnato ogni anno alla Mostra di Venezia dalla Fondazione Ente dello Spettacolo e dalla «Rivista del Cinematografo», in accordo con il Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali e il Pontificio Consiglio della Cultura, al regista che abbia dato una testimonianza significativa del difficile percorso di ricerca del significato spirituale dell’esistenza. Nelle precedenti edizioni è stato attribuito a: Giuseppe Tornatore, Manoel de Oliveira, Theo Angelopoulos, Krzysztof Zanussi, Wim Wenders, Jerzy Stuhr, Zhang Yuan, Daniel Burman, Walter Salles, Aleksandr Sokurov, Mahamat Saleh-Haroun, Jean-Pierre e Luc Dardenne, Ken Loach, Amos Gitai e Carlo Verdone.
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