Correva l’anno 1975 quando Gian Luigi Rondi istituì i Premi Vittorio De Sica, consegnati annualmente a personalità, italiane e straniere, che si sono distinte nel cinema e nelle altre arti, nella cultura, nella scienza e nella società. Quarantadue anni dopo la prima cerimonia, a Palazzo Venezia a Roma, si è svolta l’edizione 2017 del Premio – una medaglia realizzata dallo scultore Pericle Fazzini – con maestro di cerimonie il presidente dell’Accademia del Cinema Italiano, Giuliano Montaldo, presenti Maria Rosa De Sica, nipote di Vittorio e figlia di Christian accanto alla sorella Emi. Premiati, per il cinema italiano, Gianni Amelio, per le sue “opere potenti e personali”, che ha a ringraziato ripetendo di essere “senza parole. Se non esistesse il finale di Ladri di biciclette saremmo tutti più poveri”. Dopo il regista, il produttore Marco Belardi, per avere creduto in “in registi diventati di culto, come Paolo Genovese”. Il patron della Lotus ha stretto il premio dicendo di: “Essere onorato di questo riconoscimento andato a grandi dello spettacolo, un altro traguardo raggiunto”.
È seguito poi il Premio a un’attrice “innovatrice, libera e indipendente”, Athina Cenci, da un paio d’anni tornata sulle scene. Un’altra donna, documentarista, Federica Di Giacomo, già premio Orizzonti alla Mostra di Venezia lo scorso anno con Liberami, che dedica: “il premio a mio padre, che ora è qui. Sono stata abituata a vedere la tv con lui, sono cresciuta vedendo insieme la commedia all’italiana, quella di De Sica”.
È toccato poi ad una coppia di attori, di recente registi con plauso per L’ora legale, Ficarra e Picone, che fedeli alla loro comicità hanno accolto il Premio con la consueta ironia: “Siamo stupiti, questo Premio a noi è la manifestazione di quanto sia caduto in basso il cinema italiano”.
Passando poi dietro le scene, un altro Premio De Sica è stato per lo sceneggiatore Domenico Starnone: “Lietissimo e onorato per un Premio che porta il nome di un autore per me fondamentale, che sprizza energia, forza e intelligenza. Dedico il premio a mia nonna, che amava alla follia De Sica nei panni del maresciallo”. E dopo la penna dello sceneggiatore, quella del critico, Enrico Magrelli, che ha confessato come “arrivando qui pensavo ad una frase di Miracolo a Milano: ‘Vivere in un Paese in cui il Buongiorno significa davvero Buongiorno’: e allora, parafrasando, dico un Grazie che significa davvero Grazie”.
Altro Premio nella sezione cinema all’agente Moira Mazzantini e, infine, all’ultimissima generazione di interpreti del grande schermo, due promesse, come Selene Caramazza, esordio in Cuori puri, per cui il Premio De Sica è “un bellissimo regalo”, e Andrea Carpenzano, tra gli attori di Tutto quello che vuoi di Francesco Bruni, che prendendo il Premio dalle mani del suo compagno di set, Giuliano Montaldo, ha detto: “Mi fa strano essere in questa situazione in cui premiano tutte eccellenze: dedico il premio a Francesco Bruni e a Giuliano, che mi ha aiutato”.
Altre le personalità premiate, che hanno speso parole per il cinema, tra cui l’etoile Eleonora Abbagnato, che ha ricordato come “un momento meraviglioso l’unica esperienza nel cinema, quella con gli amici Ficarra&Picone, siciliani come me”. Dal cinema al teatro, ma nel nome del grande schermo, il Premio per Ottavia Piccolo, già a 10 anni protagonista di ‘Anna dei miracoli’, che si è detta “molto onorata. Questo Premio sono costretta a dedicarlo a mio papà, maresciallo dei Carabinieri, che credo – concorde mia madre – imitasse molto De Sica”.
Ancora teatro con Ferruccio Soleri, attualmente sul set con Paolo Virzì: “Sono felice, devo ringraziare la mia famiglia, che mi è stata davvero vicina, nei momenti felici come difficili”. E poi un omaggio al cinema da un uomo della società, Gino Strada, che si è detto “un pesce fuor d’acqua, venuto qui con molto piacere. Il chirurgo ha a che fare con l’umanità, con cui il maestro De Sica si è sempre confrontato”.
Le altre personalità a cui è stato conferito il Premio sono state: Daniele Di Gennaro (editoria), Fabio Fazio (giornalismo), Stefano Massini (letteratura), Fabrizio Parrulli (CC – Tutela patrimonio culturale), Speranza Scappucci (musica), Fernando Aiuti (medicina) e Carlo Rovelli (fisica).
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