“Continua l’opera di distruzione della cultura italiana, delle sue istituzioni e del suo patrimonio da parte del governo Berlusconi. Mentre è ancora in atto la lotta dei lavoratori e di tutte le organizzazioni del cinema italiano contro il rischio di speculazione immobiliare nell’area di Cinecittà, oggi a causa dei tagli al Fondo unico dello spettacolo è a rischio la vita stessa di Cinecittà Luce”. A parlare è Stefania Brai, responsabile nazionale Cultura di Rifondazione comunista.
“Con un finanziamento per il 2011 di soli sette milioni e mezzo, si decreta di fatto la morte di una istituzione prestigiosa e conosciuta in tutto il mondo, di un archivio che possiede materiali di valore storico inestimabile, di un’attività insostituibile e vitale per il cinema italiano, in particolare in un momento di crisi come quello attuale: la produzione di documentari e di opere prime e seconde, la distribuzione di film d’autore, la promozione in Italia e all’estero. Tutto questo – prosegue la Brai – avrà inoltre ripercussioni enormi sui posti di lavoro di tutto il settore.
Rifondazione comunista chiede che Cinecittà torni ad essere un’istituzione interamente pubblica sostenuta da finanziamenti certi per poter ritornare a svolgere il suo ruolo istituzionale di volano della produzione cinematografica di qualità. I fondi ci sono: mentre si tagliano le risorse per la scuola, l’università, la ricerca e la cultura, le spese militari nel nostro paese sono aumentate del 49 per cento rispetto al 2000. Il nostro Paese – conclude l’esponente del Prc – ha bisogno di investimenti in cultura e conoscenza, non in armamenti”.
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Il documentario d'esordio di Alessandra Stefani ci porta in un viaggio lungo i quattro continenti alla scoperta delle prospettive che ci offrono i più importanti architetti contemporanei per un mondo più sostenibile. In sala con Adler dal 27 al 29 settembre
La redazione va in vacanza per qualche giorno. Riprenderemo ad aggiornare a partire dal 2 gennaio. Auguriamo un felice 2018 a tutti i nostri lettori.
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