Dopo aver mollato la serie di Spider-Man, ora passata in mano a Marc Webb, Sam Raimi affronta un’altra storia di potere e responsabilità, con personaggi altrettanto iconici. Il grande e potente Oz, prequel dello storico musical di Victor Fleming del 1939, in sala dal 7 marzo, vede James Franco nei panni del futuro stregone. Che in realtà – come del resto si rivelava anche nel finale dell’originale – altri non è che un prestigiatore da quattro soldi, che usa i suoi trucchetti per incantare le donne e abbandonarle dopo averle conquistate. Come da copione, un giorno Oscar – questo il suo vero nome – si ritrova nel mezzo di un ciclone che lo catapulta (come avveniva a suo tempo a Dorothy/Judy Garland) nel regno incantato la cui pace è minacciata dalla tirannia di una strega malvagia. E’ invece una strega buona e affascinante (Mila Kunis) a dare il benvenuto a Oscar, cadendo anche vittima del suo fascino. Ma ben presto i ruoli si invertiranno e i cuori si spezzeranno, mentre Oscar dovrà rendersi conto che forse il suo potere è molto più grande di ciò che lui stesso pensa.
Chi conosce l’originale saprà cogliere i mille rimandi che Raimi gli dedica e gioirne, anche se l’impresa non è stata semplice, dato che la Disney – che qui produce – non detiene i diritti di quel film, e dunque non è stato possibile usare espliciti riferimenti visivi alla pellicola. Insomma, non vedrete le scarpette rosse, l’Omino di latta, lo Spaventapasseri o il Leone codardo, eppure si è trovato il modo di omaggiarli più o meno tutti. “Mi è dispiaciuto – dichiara il regista – ma in fondo è meglio così. Quel film è un classico e deve rimanere immacolato nella memoria degli spettatori”. Così come lo è rimasto nella sua, cosa che appare evidente da molti elementi di questa nuova versione. L’inizio in Kansas, in bianco e nero, e in formato 4:3, che si allarga a un coloratissimo 16:9 stereoscopico quando Oscar passa nel regno di Oz. In questo senso la palese artificiosità degli scenari digitali ben si presta a rappresentare la versione moderna degli sfondi dipinti in studio del classico a cui ci si ispira. Anche oggi, come allora, gli abitanti del regno di Oz sono versioni trasfigurate di persone che Oscar conosce in Kansas: il suo assistente diventa una scimmietta volante, una bambina paralizzata diventa una bambolina di porcellana dalle gambe spezzate, la donna che ama diventa una strega buona (Michelle Williams).
Ma Raimi, da sempre, ha anche il gusto per l’autocitazione: non c’è dunque da stupirsi se la malvagia strega dell’Ovest lancia bombe di fuoco ed emette fumo come il Goblin di Spider-Man, con cui condivide parzialmente l’aspetto, o se la strega dell’Est (Rachel Weisz), nei suoi momenti di rabbia, si muove e vola a scatti come i morti viventi de La casa.
Per Raimi si tratta della prima volta in 3D: “Sapevo ben poco di questa tecnologia dice ma mi si è aperto un mondo davanti. E’ un viaggio mai fatto prima nella città di Smeraldo”. Ottima prova anche per James Franco, che ha dichiarato: “Grazie a questo film sono ritornato alla mia immaginazione da bambino e ho potuto interpretare un personaggio che da sempre mi affascina”.
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