Continua la bufera politica scatenatasi intorno al festival di Roma. A intervenire ora, con un’intervista a ‘il Messaggero’, è la presidente della Regione Renata Polverini, sostenitrice della nomina di Marco Mueller. “Noi continuiamo a puntare su di lui – dichiara – E’ la guida ideale del Festival in una prospettiva di vero rilancio. Siamo pronti alla discussione e alla civile trattativa ma sul direttore artistico non cambieremo idea. Altrimenti qualcuno dei soci fondatori potrebbe decidere di abbandonare la partita”. All’ipotesi Mueller però, che sarebbe avvenuta in seguito a un incontro, organizzato dalla presidente, con il sindaco di Roma Gianni Alemanno, si erano opposte diverse personalità come il presidente della Provincia Nicola Zingaretti e i ‘papà’ del festival Walter Veltroni e Goffredo Bettini. “Ho presentato solo Mueller ad Alemanno. Non abbiamo bisogno di inciuciare. C’è stato poi un incontro tra Alemanno e Rondi – specifica Polverini – Non è la decisione definitiva che, finite le feste, cercheremo di individuare confrontandoci con gli altri”. Questo in risposta a Zingaretti che aveva protestato contro una decisione presa ‘alle spalle’ della Provincia.
Immediate le reazioni alle nuove dichiarazioni di Polverini, in particolar modo alla parte che sottintende che la Regione sia pronta ad abbandonare la Festa nel caso non si decidesse per Mueller. “La Festa del cinema di Roma è una iniziativa molto importante per una città che da decenni ha un ruolo decisivo nella cultura cinematografica mondiale – dice Luigi Zanda, vicepresidente del gruppo del Pd al Senato – Ma se dovesse prevalere l’idea padronale che traspare dall’intervista, allora sarebbe meglio chiuderla. La cultura ha bisogno di buone idee che l’aiutino a crescere. La politica e le istituzioni pubbliche hanno il compito di sostenerla e assisterla senza diktat. Quando intervengono padroni alla Polverini la cultura muore”.
“Dalla Presidente Polverini ci saremmo aspettati maggiore sobrietà anche perché con i ricatti non si va molto lontano e si aggiunge danno a danno”, dice invece Michele Meta, membro della direzione nazionale e dell’ufficio politico del Pd. “E’ la Presidente Polverini a prendere un abbaglio, ricordando il suo passato da sindacalista, nel ritenere maldestramente che la scelta della direzione artistica del Festival di Roma sia simile ad una vertenza su un’azienda in crisi. Sulla scelta del Direttore artistico il problema è squisitamente di metodo e le gravissime responsabilità stanno nella pretesa di spostare su un piano politico una questione che riguarda il Cda della Fondazione e le prerogative del Presidente Rondi. Sbaglia la Presidente Polverini a considerarsi ‘Commissario culturale’ del Festival romano e a passare inelegantemente sopra la testa del Campidoglio, della Provincia di Roma e dello stesso Presidente Rondi con il diktat su Muller, che fino ad oggi è stato la prima ed eccellente vittima di questo approccio dal sapore di vecchia politica lottizzatrice”.
Ha commentato anche Vincenzo Vita, Vice Presidente Commissione Cultura Senato: “Grazie alla delicatezza istituzionale e alla bravura di Gian Luigi Rondi – ha detto in una nota – l’importante rassegna romana sembrava uscita dal pantano in cui era stata cacciata dal diktat di Comune e Regione con la complicità imprevista e imprevedibile di Marco Muller. Si torni alle regole e alla correttezza delle forme senza imposizioni, ma con condivisione da parte delle istituzioni delle scelte per il meglio di un appuntamento cinematografico che ha bisogno di uscire dalle secche di una cattiva politica”.
In difesa del punto di vista di Polverini interviene invece Luciano Ciocchetti, vicepresidente della Regione. “Ha ragione la Polverini è giusto puntare su Marco Mueller. Credo che le dichiarazioni fatte dalla presidente siano chiare, efficaci e costruttive. Su questo confronto mi auguro che la sinistra non venga accecata dalla solita politica strumentale che non guarda al futuro e al bene della nostra città. Trovo totalmente sterili le polemiche – aggiunge – che continuano a svilupparsi sul Festival del cinema soprattutto perché l’indicazione che proviene dalla Polverini non mette in discussione il ruolo del presidente Rondi, ma fornisce solo un suggerimento sulla scelta del direttore artistico. La conclusione? Una serie di discussioni poco costruttive che si confondono con i soliti contrasti tra gli schieramenti politici. L’eventuale scelta di un nuovo direttore artistico come Mueller è dettata dalla sua profonda esperienza e conoscenza del mondo della cinematografia e non solo. Sono certo che l’apertura al confronto emersa dalle parole della presidente della Regione Lazio – conclude Ciocchetti – sia la svolta per chiudere con le polemiche ed avviare un ragionamento costruttivo sul futuro strutturale di una manifestazione che è per Roma una finestra sul mondo”.
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