Polaroid: terrore a suon di scatto

Una macchina fotografica infestata rovina le giornate a un gruppo di adolescenti nel teen horror di Lars Klevberg


Teen horror con riferimento nostalgico anni’80, Polaroid, godibile per gli appassionati del genere, propone l’originale stratagemma della “macchina fotografica infestata”. E’ il primo film del regista norvegese di Lars Klevberg, al cinema dal 6 giugno distribuito da Notorious Pictures, che per l’occasione estende un suo cortometraggio. Nel genere è una prassi ormai comune: sono anti così anche grandi successi come District 9 e La madre.

Bird Fitcher (Kathryn Prescott) riceve in regalo una vecchia macchina fotografica Polaroid degli anni ’70, una di quelle macchine che sviluppano le foto in un minuto. Appassionata di fotografia e di oggetti d’antiquariato, Bird è entusiasta del regalo, e inizia a scattare foto ai suoi amici. Un’inquietante ombra, però, sembra ‘migrare’ da una foto all’altra, spostandosi solo dopo che la persona ritratta è stata brutalmente assassinata. Man mano, Bird inizia a perdere i suoi amici uno dopo l’altro. Ci sono tutti gli archetipi del genere, quindi è difficile sbagliare: la timida e fragile adolescente con evento traumatico alle spalle, che lotterà fino allo stremo delle forze per la sopravvivenza, creature maligne, salti sulla sedia e omicidi fantasiosi ma non particolarmente truculenti, che paradossalmente metteranno a contatto Bird con il mondo dei suoi coetanei, facendo squadra sia contro il male stesso che contro gli adulti che non ci credono, quasi fossero una sua incarnazione, proprio come in It di Stephen King. La fotografia si appoggia all’ambientazione cupa e invernale, che rifugge la luce naturale. Tanti i riferimenti, a partire dallo stesso King, come quando si intravedono inquadrature che ricordano alcuni momenti di Shining.

Klevberg è anche alla guida di un reboot importante per il genere, l’imminente La Bambola Assassina, con cui questo film intrattiene qualche legame di analogia.

Trailer:

 

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05 Giugno 2019

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