Pietro Sermonti, cantautore maniaco


Attore di cinema, tv e teatro che si è fatto conoscere dal grande pubblico quando, qualche anno fa, ha preso il testimone di Giulio Scarpati come protagonista di Un medico in famiglia, Pietro Sermonti è detentore di un insolito primato. E’ contemporaneamente tra gli interpreti principali di una serie tv popolare e “commerciale” come quella, appena citata, che va in onda con successo sulla Rai (e che tornerà a girare, dopo uno stop di qualche anno, da novembre prossimo), e di un prodotto televisivo alternativo e “di nicchia” come Boris, parodia feroce ed esilarante proprio di quel genere di fiction.

E’ proprio grazie a Stanis La Rochelle – lo pseudodivo borioso e supponente che detesta tutto ciò che è “troppo italiano” – che Sermonti ha vinto il premio come Miglior attore protagonista della sezione sit-com del  RomaFictionFest, che ha assegnato alla “fuori serie” italiana anche altri tre riconoscimenti: la menzione speciale come miglior prodotto tv e il premio per la categoria “Lunga serie”, oltre a quello per il miglior produttore, Lorenzo Mieli per Wilder.

 

Ora, dopo un ruolo nel recente Amore, bugie e calcetto di Luca Lucini, Sermonti torna sul grande schermo come coprotagonista della commedia corale Sleepless, opera prima di Maddalena De Panfilis: una storia che si svolge nell’arco di ventiquattrore e racconta le vicende di dieci persone nel momento in cui danno una svolta alla loro vita.
Le riprese del film, prodotto da Blu Cinematografica in collaborazione con RTI (Mediaset), sono iniziate a metà giugno e si concluderanno alla fine di luglio con i ciak di una sorta di epilogo cantato di cui è protagonista proprio Sermonti.

Come si sente dopo il premio come miglior attore alla Festa della Fiction?
Felice come una Pasqua e piacevolmente sorpreso di essere stato scelto da una giuria popolare di telespettatori per un prodotto come Boris che, andando in onda sul satellite, purtroppo non ha un bacino di pubblico molto ampio. Mi chiedo come sia possibile che una fiction italiana che sta avendo così tanto successo e tanti premi internazionali non riesca ad arrivare sulla tv generalista. Spero accada il più presto possibile.

Che genere di film è Sleepless?
E’ una commedia nera grottesca dal sapore un po’ spagnolo, che può ricordare La comunidad. Ci sono tanti personaggi, la struttura è corale e tutte le vicende si intrecciano tra loro. Ci sono i due aspiranti camorristi, Valerio Foglia Manzillo e Nicola Acunzo, di cui uno un po’ filosofo e l’altro un po’ buffo; la tassinara Valentina Cervi, che ha un’amica che si caccia sempre nei guai – Violante Placido – e una madre un po’ schizzata – Sandra Milo -, e poi un ragazzo – Francesco Venditti – che si gioca la fidanzata a poker, la perde, e poi la ritrova in un club per scambisti. Del cast fanno parte, con dei piccoli ruoli, anche Stefano Benni e Roberto Angelini.

 
Qual è il suo personaggio?
Ciò che mi ha spinto a impegnarmi in questo film è il fatto che la regista Maddalena De Panfilis ha scritto un ruolo su misura per me, ma completamente diverso da quello di ragazzino di buona famiglia, pulito ma cupo, che il grande pubblico conosce. Mi ha proposto infatti di interpretare un cantautore ingolfato, molto solo, il cui unico hobby è fare telefonate notturne a sfondo erotico. La sua telefonata a Anna (Violante Placido), è quella che dà il la alla storia del film. E poi mi ha intrigato l’idea che il mio personaggio dovesse cantare.

Un brano di qualche cantautore famoso?
Una canzone inedita, scritta apposta per me da Roberto Angelini, che ha anche una piccola parte nel film. La cosa mi diverte e mi spaventa allo stesso tempo, perché non ho mai cantato in vita mia e anzi sono stato sempre oltraggiato dalla mia professoressa di musica del liceo, che continuava a dirmi che ero stonato…

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15 Luglio 2008

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