“Ci sarà quasi certamente il nuovo film di Bernardo Bertolucci, I sognatori, al festival di Annecy, inoltre, insieme al fratello Giuseppe, curerà una retrospettiva del cinema italiano. Al contrario degli anni passati nei quali era protagonista un singolo autore del passato, vogliamo proporre una storia del cinema italiano secondo il gusto e la sensibilità di uno o, in questo caso, due registi del presente”. Pierre Todeschini direttore dell’Annecy Cinéma Italien, a Bellaria in veste di giurato del concorso Anteprima, offre un primo assaggio della 21a edizione del festival (30 settembre/7 ottobre) tutto italiano, manifestazione di cui Todeschini, osservatore imparziale e competente, si è occupato fin dall’inizio.
Parlerebbe di riscatto del cinema italiano?
Da anni sono andati affermandosi molti nuovi registi. In verità non è corretto parlare di un vero e proprio rinascimento perché non c’è stata una crisi d’autori. Quello che mancava negli anni passati erano i mezzi. Si vedevano buone idee ma con una realizzazione incompleta. Oggi i film di Garrone, Torre e Crialese, per fare tre esempi, sono dei prodotti finiti. Il riscontro è dato dalle reazioni positive del pubblico di Annecy. Nelle ultime edizioni, abbiamo contato 20mila spettatori in una settimana di proiezioni. Forse i francesi accolgono con più calore i vostri film di quanto sappiate fare voi stessi. Non è un caso che Respiro sia ancora in sala e vi resterà anche per la prossima estate.
Nota differenze tra il cinema italiano e quello europeo?
In primo luogo, il cinema europeo si differenzia da quello americano. In secondo luogo, però, non si può parlare di una realtà europea omogenea. I prodotti del Vecchio Continente esprimono linguaggi e significati originali e mai riconducibili a grandi schematizzazioni. Il cinema europeo è il cinema delle differenze, delle regioni piuttosto che dei Paesi, e degli autori. L’Italia ha registi tra loro radicalmente differenti. Prendiamo Moretti, Benigni e Crialese, cosa li dovrebbe accomunare?
Nel Concorso Anteprima Bellaria molti film sono stati realizzati con videocamere. Che cosa pensa dell’avvento delle tecnologie digitali?
I prodotti dei registi già affermati dimostrano le grandi potenzialità espressive delle nuove tecnologie. Quanto ai giovani registi del Concorso Anteprima si nota una facilità nel realizzare film ma anche una scarsa attitudine alla narrazione e allo sfruttamento del mezzo. In Francia, abbiamo la fortuna di una casa produttiva come ARTE che rende possibile una continua sperimentazione dei nuovi strumenti tecnologici.
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