Il Festival di Montpellier nasce 25 anni fa dall’amore per il cinema italiano di un piccolo gruppo di persone. Uno degli ideatori è Pierre Pitiot, direttore artistico fino al 2001, ora presidente: “Il festival si chiamava ‘Incontri con il cinema italiano’ e solo alcuni anni dopo abbiamo deciso di aprire la manifestazione anche alle altre cinematografie del Mediterraneo ma senza tradire il nostro primo amore. Il Cinema Gaumont ci permetteva di accogliere i più grandi registi italiani: da Alberto Lattuada a Marco Ferreri a Luigi Comencini senza dimenticare Ettore Scola, ospite regolare della rassegna”. Una situazione ‘improvvisata’ che sembra difficile da immaginare oggi, tra i confort del Palazzo dei Congressi, Le Corum, che comprende tre sale di cui una di 2.000 posti. Si è passati dai 1.500 spettatori degli inizi ai quasi 90.000 del 2003.
Avete da sempre questo duplice sguardo sul futuro e sul passato…
E’ vero. Nel 1989 abbiamo deciso di creare una sezione competitiva: non per i film che già passavano a Cannes o Venezia, ma dedicata agli autori giovani non necessariamente al primo film, ma sicuramente poco conosciuti. E’ stato cosi che abbiamo scoperto per primi in Francia Paolo Virzì, e continuiamo su questa strada per esempio con Enrico Pau e il suo Pesi leggeri, oppure quest’anno Luca D’Ascanio e il suo Bell’amico. Inoltre proponiamo da anni le versioni restaurate, in collaborazione con Cinecittà e con la Cineteca Nazionale, di grandi capolavori. Lo scorso anno I clown di Fellini, quest’anno la retrospettiva di Totò, attore totalmente sconosciuto in Francia.
Dall’osservatorio del festival il cinema italiano sembra non essere mai morto.
Noi ci abbiamo sempre creduto e il pubblico con noi. Anche negli anni considerati ‘bui’ dalla critica francese trovavamo sempre qualcosa di interessante. E cosi abbiamo abituato il pubblico ad apprezzare la totale libertà di espressione che avete nel raccontare la società, come nel film di Riccardo Milani, Il posto dell’anima, un film che ha un po’ un’aria di neorealismo, ma che è reso moderno da quella sua critica del neo capitalismo.
E per il futuro?
E’ confortante notare che anche il pubblico italiano stia tornando a vedere il proprio cinema. A questo proposito, per l’anno prossimo stiamo organizzando un evento per presentare il nostro festival a Roma.
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