Pierfrancesco Favino


P. FavinoDal Libanese malvivente anni ’70 alla statua di Cristoforo Colombo che si anima da sola. Questo il nuovo impegno di Pierfrancesco Favino dopo il successo di Romanzo criminale di Michele Placido. L’attore infatti ha appena terminato le riprese di Night at the Museum, progetto internazionale diretto da Shawn Levy, lo stesso regista dell’ultimo capitolo sulla Pantera Rosa, ma è anche nel cast del nuovo film di Giuseppe Tornatore. Ma c’è dell’altro, in un’intervista esclusiva a Cinecittànews Favino svela la sua partecipazione alla nuova pellicola di Ferzan Ozpetek, Mentre Lorenzo dorme, e la prossima partenza alla volta della Francia in vista di impegni futuri. Nel frattempo l’attore si prepara a un nuovo ruolo nella vita privata, quello di neopadre.

Com’è stata l’esperienza sul set di Night at the Museum?
Positiva. Nel film vesto i panni di una statua di Cristoforo Colombo esposta in un museo che improvvisamente si anima. E’ solo un piccolo ruolo ma è stato istruttivo. Ero tutto coperto di latex dalla testa ai piedi. Ma lavorare con Ben Stiller mi è piaciuto molto, è una persona gentile e generosa.

 

Con Tornatore ha appena girato La sconosciuta.
Se Giuseppe sa che ho detto qualcosa è capace di bucarmi le gomme della macchina! No, sul serio il mio contratto prevede che non posso dire nulla del film. Comunque il mio non è uno dei ruoli principali, ma va bene così. In Italia ci si aspetta dall’attore una progressione, film sempre più importanti e di conseguenza personaggi di maggior rilievo. E’ un modo di pensare in cui non mi riconosco. Preferisco la mentalità che c’è in Francia e nel Regno Unito dove gli artisti sono liberi di fare passi avanti, poi indietro e ancora avanti. E’ un sistema che favorisce anche il ricambio degli attori.

Progetti futuri?
Per fine agosto sarò sul set di Ferzan Ozpetek insieme a Stefano Accorsi. Successivamente interpreterò una miniserie in due puntate diretta da Francesco Miccichè con Isabella Ferrari. E’ una bella storia, un po’ inusuale per la tv, scritta dallo stesso regista, un mio grande amico nella vita reale.

Prenderà parte ad altre esperienze internazionali?
Ho vissuto l’esperienza statunitense come fosse una vacanza a Disneyland. Naturalmente non rifiuterei un altro lavoro all’estero, magari con grandi maestri che spesso in America sono indipendenti.

Il successo di Romanzo criminale in Francia la sta aiutando a farsi strada Oltralpe?
Sicuramente. La prossima settimana andrò proprio in Francia dove sono stato contattato da un agente che mi illustrerà alcuni progetti. Vorrei lavorare Oltralpe per arricchire il mio curriculum artistico e il mio bagaglio personale.

Presto diventerà anche lei regista?
All’inizio della carriera pensavo sarei passato prima o poi dietro alla macchina da presa. L’idea mi piace e mi intriga ma non dirigerò un film se prima non sentirò un impulso vero a farlo.

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16 Giugno 2006

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