Piera Degli Esposti: la mia santa protettrice di politici e amanti


Piera Degli Esposti, Chiara Caselli, Mariella Lo Giudice, Lucia Sardo, Cristina BorgogniMita Medici. Sono le Donne di Sicilia protagoniste del nuovo film di Manuel Giliberti, le cui riprese sono iniziate lo scorso 6 dicembre a Melilli, vicino Siracusa.
Cinque episodi, ambientati tra il barocco di Siracusa, le suggestioni del bagno ebraico di Ortigia e la selvaggia bellezza della Pirrera melillese, passando per i suontuosi palazzi di Noto e il severo rigore del castello di Brucoli.
Le attrici costruiscono un mondo in epoche diverse impersonando caratteri tipici della Trinacria: la fierezza, l’intelligenza, la caparbietà. Ma dietro una grande donna, direbbe qualcuno, c’è sempre un grande uomo. Il mondo maschile del film è rappresentato, tra gli altri, da Luchino Giordana, Vincenzo Crivello, Ramon Godino.
Con la disponibile e loquace Piera Degli Esposti, interprete di una santa ben lontana da una qualsiasi forma di mistica pacificazione, abbiamo parlato del suo personaggio e dell’esperienza sul set. E’ stato lo spunto per una visione a 360° sul mestiere d’attore e sui progetti del presente e del futuro.

 

In “Donne di Sicilia” lei è una santa, un personaggio straordinario.

Per la precisione, sono la statua di una santa. Una “Vara”, come si dice in gergo. Sto in una chiesa e a me si rivolgono politici che discutono di varie delibere, donne con amanti, giovani ragazzi che progettano fughe d’amore. E’ stata una prova particolare: il personaggio ha un’altezza di circa due metri, ogni volta dovevo salire su una scala e poi affrontare ancora due gradoni per raggiungere il vestito nel tabernacolo, che era fatto di un tessuto particolare, che si indurisce proprio per sembrare di marmo. Cerone bianco dappertutto, sul viso, sulle mani.

E’ stato faticoso?
La cosa più difficile è stata mantenere l’immobilità, anche se ero preparata perché ne La sconosciuta di Tornatore avevo interpretato una donna che in seguito a un grave incidente è ridotta a una specie di vegetale. La testa doveva essere fissa, dovevo sembrare morta. Ho recuperato il lavoro fatto durante quell’esperienza. Mi ha aiutato Gilberti, il regista, che con la sua tecnica di ripresa ha reso il tutto credibile, perfino il battito degli occhi. Come attrice l’ho reputata una grande prova e una grande sfida.

E’ una parte priva di dialogo?
No, registrerò dei dialoghi in sovraincisione che daranno voce alla santa.

La ricordiamo, tra l’altro, ne “L’ora di religione” di Bellocchio. Qual è il suo rapporto con il mondo del sacro?
In quel film il mio rapporto con la religione era del tutto diverso. La “zia” era un personaggio totalmente cinico. La santa di Donne di Sicilia è invece, paradossalmente, molto legata alla vita. Da santa, dovrebbe essere contenta di essere morta, pacificata, vicina a Dio. E invece rimpiange la vita, si lamenta perché sta tutto il tempo al buio, vorrebbe una festa. Alla fine la ottiene e viene portata fuori, per una processione.

L’hanno portata in spalla?
No, è stato un misto di controfigure e manichini. Non potete immaginare quanto pesino le Vare.

“I baci mai dati” di Roberta Torre, che lei ha interpretato, rappresenterà l’Italia al Sundance. Anche in quel caso l’ambientazione era sicula…
Sì, ma il mio personaggio era di tutt’altra pasta. Lì faccio la direttrice di un centro benessere, ricciolona, grintosa. Una specie di Crudelia Demon, che poi è simile al mio personaggio di Tutti pazzi per amore, la serie tv che ho interpretato di recente. Il film è stato girato a Librino, nell’estrema periferia catanese, un quartiere progettato negli anni ’60 come città satellite modello, dall’architetto giapponese Kenzo Tange. Non posso che sottolineare quanto mi faccia piacere che il film vada in America, al festival di Robert Redford. Mi è successo anche con Come si deve, il corto sulla pena di morte di Davide Minnella, che è andato a Berlino. Mi piace quando i film mettono le ali e volano alto. Giro il mondo restando qui, attraverso la mia arte. Un giorno spero di poter andare anche di persona, ma l’Utah, al momento, mi risulta davvero troppo lontano…

A proposito di “Tutti pazzi per amore”, come considera l’esperienza televisiva?
Ho avuto sempre la fortuna, anche in tv, di lavorare con registi di cinema. Sia per Tutti pazzi per amore che per Diritto di difesa. Quel che cambia sono soprattutto i tempi. Al cinema si fa e si rifà la scena finché il regista non è soddisfatto. In fiction ci sono dei ritmi molto più serrati, e a un certo punto bisogna comunque andare avanti.

Progetti per il futuro?
Non dovrei parlarne. C’è un film in ballo ma non mi sento di dire molto altro perché non sempre si riesce a fare ciò che si vuole. Bisogna conciliare molti impegni. Sicuramente ci sarà la terza serie di Tutti pazzi per amore. Un’altra cosa a cui tengo molto è l’uscita in DVD di Storia di Piera, il film che Marco Ferreri trasse dal mio libro nel 1983 e che fu presentato a Cannes dove vinse Hanna Schygulla per la miglior interpretazione femminile. Sarò sempre grata anche a Mastroianni per questo film. Nel DVD c’è un lungo backstage dove parlo della mia vita, in linea con la pellicola che attraversando il tempo narra la storia di questa famiglia, tutto sommato piccola, e delle vicende che l’hanno scossa e formata. Posso consigliarlo come strenna natalizia?

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15 Dicembre 2010

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