Piccoli vampiri in ‘Denti da latte’ di Luca Ruocco

Mentre al cinema torna il Vampiro per eccellenza in Demeter: il risveglio di Dracula, in libreria esce 'Denti da latte' di Luca Ruocco, libro vampiresco per bambini, edito da Bakemono Lab


La leggenda vuole che ogni cento anni la Volpe Volante scelga un Vampiro tra quelli appartenenti alle più antiche dinastie e lo incarichi di un compito davvero delicato: diventare padre. Bela è un principe delle tenebre, nutre un profondo rispetto per le tradizioni vampiresche e detesta da sempre i marmocchi che frignano e che hanno bisogno di attenzioni. Ma tutto questo la Volpe Volante lo ignora, altrimenti non avrebbe mai lasciato quel fagotto sdentato di Vali sulla soglia di casa sua a reclamare cibo e affetto.

Mentre al cinema torna il Vampiro per eccellenza in Demeter: il risveglio di Dracula, in libreria esce ‘Denti da latte’ di Luca Ruocco, libro vampiresco per bambini, edito da Bakemono Lab.

Sono un grande appassionato di horror e lo sono sempre stato! – dice l’autore – Fin da bambino ho subito un fascino irrefrenabile nei confronti del misterioso, dello spaventoso, del paranormale… e dei mostri, poi! I mostri sono sempre stati il mio debole. Devo parte di questa passione a una sorta di “tradizione di famiglia”. L’input, la scintilla d’accensione, viene direttamente dalle storie di fantasmi e altre strane creature che mio nonno materno amava raccontarmi per interi pomeriggi. ‘Denti da Latte’ nasce da questa riflessione: ho pensato a cosa avrei potuto raccontare a dei bambini di oggi, per accendere in loro l’interesse per il fantastico e l’orrorifico… e per i mostri! Poi ho mescolato all’horror e alle storie di vampiri una dose importante di ironia, innanzitutto perché fa parte del mio linguaggio autoriale – è una commistione che mi viene naturale e che ho già sperimentato a teatro, nelle produzioni video e nei fumetti – e poi perché amo le commedie horror. Non solo alcune di quelle zombie molto di moda negli ultimi anni: per me Ghostbusters e la serie TV de La famiglia Addams sono bellissimi esempi di horror comedy.

Secondo Ruocco, l’horror ha anche un valore pedagogico: “può fare in modo che i più piccoli sviluppino un rapporto non per forza conflittuale o respingente con i mostri e con le storie di paura è una cosa fondamentale per iniziare a esorcizzare paure reali, anche se “travestite” da creature immaginarie. Tra l’altro penso che al giorno d’oggi sia molto più difficile per una bambina o un bambino entrare a contatto con materiale orrorifico, rispetto a quanto non lo fosse per quelli della nostra generazione. Forse per un eccesso di protezionismo. Personalmente, ad esempio, ho iniziato a vedere film horror e a leggere Dylan Dog quando avevo nove anni. Con ‘Denti da Latte’ provo a fornire ai lettori più piccoli – e ai più grandi [magari i loro genitori] – un primo approccio diretto anche se più soft. Il viaggio di crescita e di avvicinamento all’orrore che compie il lettore più giovane è lo stesso che compie il piccolo protagonista della storia: Vali. Chi legge entrerà all’interno di un Genere, una cultura, con tanto di riferimenti diretti e specifici, per quanto un po’ ammorbiditi. Vali si troverà catapultato all’interno di una famiglia di vampiri e scoprirà cosa vuol dire diventare uno di loro. Lo stesso percorso specchiato è pensato per il lettore più adulto [magari genitore] e per Bela, papà vampiro di Vali e altro protagonista della storia. Devi aver presente il target di lettori principale a cui stai parlando, che ha una sensibilità e un tipo di elaborazione assai differente da quelli di chi scrive. Ho scelto dall’inizio, però, di non voler “imbrogliare” i giovani amici dell’horror e Bakemono Lab si è dimostrata subito d’accordo. In ‘Denti da Latte’ i vampiri sono vampiri veri: sono pericolosi, bevono sangue, si trasformano in pipistrelli, sono rifiutati dal mondo diurno e frequentano lupi mannari, morti viventi e altri mostri. Il tutto sta nella chiave scelta per raccontare questo tipo di realtà e di personaggi per renderli in parte affascinanti anche per occhi giovani e assorbibili per chi ha magari si rapporta all’horror per la prima volta. In questo è molto importante aver amalgamato l’horror con l’ironia, il sentimento e il grottesco? Certamente sì, ma credo che lo avrei fatto anche in una storia pensata direttamente per lettori di target più adulto”.

Ma cos’è che rende il mito del vampiro così immortale?  “Innanzitutto l’immortalità stessa! – conclude l’autore – un vampiro non può morire, se riesce a seguire alcune regole molto basilari [quasi quanto quelle di Gremlins] o se non incappa in un “cacciatore” esperto. Ma credo che il vampiro sia uno dei “mostri” più affascinanti per tanti motivi: a partire dal fatto che è quello che appare più simile a noi umani, ma possiede una serie di superpoteri incredibili, per quanto oscuri. Il fatto che non sia né vivo né morto lo rende quasi divino e poi è ferino, fa decisamente più parte del regno animale o per lo meno è più cosciente di farne parte rispetto a noi uomini. Il non-morto, poi, è una creature presente davvero in tutte le culture e il bello è che ogni posto e ogni civiltà ha declinato questa figura in modo differente e personale. Racconto anche questo in Denti da Latte, facendo conoscere a Vali una serie di parenti più o meno stretti e tutti decisamente singolari”.

 

 

 

23 Agosto 2023

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