Il co-production meeting della BLS quest’anno ha puntato l’attenzione sui nuovi modelli di business offerti dalle piattaforme digitali, sul Tax Credit e sull’analisi del modello francese come ispirazione per le co-produzioni fra Italia e Paesi di lingua tedesca. In contemporanea con il Festival Bolzano Cinema, dal 10 al 12 aprile si è tenuta in Alto Adige la quarta edizione di Incontri, il meeting di co-produzione organizzato dalla Film Commission altoatesina.
Nell’elegante atmosfera del castello medioevale Schloss Hotel Korb ad Appiano, si sono riuniti circa 60 rappresentanti dell’industria cinematografica e televisiva, tra produttori, broadcaster e finanziatori, provenienti da Italia, Austria, Germania e Svizzera, per analizzare le condizioni del mercato e scambiarsi prospettive per il futuro. Sono intervenuti tra gli altri, Cecilia Valmarana Head of Production and Coproduction di Rai Cinema, Verdiana Bixio presidente di Publispei, Marco Chimenz socio di Cattleya, Federica Tremolada Strategic Partner manager di Google/YouTube, Nicola De Angelis vicepresidente e responsabile delle co-produzioni di DAP Italy, Alessandro Schintu Global Business Development Officer di Chili, Lorenzo Gangarossa Head of Production Cinema and TV di Indiana Production Company, Gregorio Paonessa presidente di Vivo Film, Wolfgang Feindt produttore per la tedesca ZDF, Veit Heiduschka fondatore dell’austriaca WEGA-Film e Roberto Olla per Eurimages/Council of Europe, Gabriella De Gara Head of Production for Fiction di RSI Radiotelevisione Svizzera, Marcus Ammon per Sky Germania e Roberto Amoroso per Sky Italia. Il primo panel – “Moving closer: France as muse” – era incentrato sull’analisi del sistema francese come ispirazione per le co-produzioni fra Italia e Paesi di lingua tedesca.
“Il finanziamento pubblico in Francia è tra i più sofisticati d’Europa” ha spiegato Roberto Olla, moderatore dell’incontro, che ha cercato di capire assieme ai relatori di questo panel cosa sia possibile imparare dai francesi. Bettina Brokemper della casa di produzione tedesca Heimatfilm ha spiegato che “in Francia le Associazioni dei Produttori sono molto attive e influenti e hanno raggiunto obiettivi importanti, rivolgendosi direttamente ai canali televisivi” che, come ha spiegato Olla, “sono tenuti a investire nel cinema indipendente (in proporzione al loro fatturato), e proteggono così il produttore francese”.
Durante il panel sono stati presi come esempio proprio alcuni progetti sostenuti dalla BLS: il tedesco Georg Elser – Es muss sein! della produzione Lucky Bird Pictures, “Fuori Mira“ della svizzera Ventura Film e “Das finstere Tal” dell’austriaca Allegro Film. Proprio in quest’ultimo titolo vi è stata la partecipazione per l’Italia di Cattleya sfruttando i benefici del Tax Credit, come ha raccontato Chimenz. “L’esperienza della nostra casa di produzione con il Tax Credit è stata molto positiva. Abbiamo seguito alcune produzioni straniere che lo hanno utilizzato, tra queste anche “Das finstere Tal”, girato proprio qui in Alto Adige, e abbiamo visto come il meccanismo sia automatico e molto facile da comprendere”.
Chimenz ha ricordato anche altri punti a favore del Tax Credit come: “la sua recente definizione permanente e la probabile futura estensione anche alle produzioni televisive”. Altro argomento cardine su cui si è focalizzato è stato il fenomeno crescente delle piattaforme digitali, viste oggi come potenziali distributori e produttori di contenuti audiovisivi. L’argomento è stato sviluppato in due differenti panel, il primo dal titolo “The Digital Universe 1: Green-lighting the future and time to mature” che ha visto Sebastian Becker (tbb – thebrainbehind GmbH), Marcus Ammon (Sky Germania), Federica Tremolada (YouTube/Google Italia), Alessandro Schintu (Chili) e Roberto Amoroso (Sky Italia) in veste di relatori per esplorare la situazione attuale del mercato e i nuovi modelli di business. “La grande differenza fra SKY Italia e le Pay Tv (Tele+ e Stream) che c’erano prima della sua nascita, nel 2003” – ha spiegato Amoroso – “è che l’80% del finanziamento di Sky viene direttamente dai consumers e solo il 20% dalla pubblicità”.
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