Abbiamo incontrato Philippe Ros alla vigilia del suo nuovo impegno per la realizzazione di un documentario sulla produzione italiana di cinema digitale che verrà trasmesso su Raisat Cinema a ottobre. Il progetto verrà ufficialmente annunciato durante le giornate del festival XXI Secolo, in programma dal 7 al 9 giugno a Reggio Calabria (per maggiori informazioni vai al sito ufficiale) dove Philippe Ros è ospite, grazie alla pausa concessasi dal lavoro del prossimo film di Aurelio Grimaldi, Un mondo d’amore, pensato in bianco e nero per il digitale.
Direttore della fotografia dal 1986, dopo una carriera di focus puller per film commerciali con Leone, Altman, Jean-Jacques Annaud, Delli Colli, Philippe Ros è uno dei più affermati “ingegneri della fotografia” d’Europa.
Il direttore della fotografia lavorando in digitale deve essere necessariamente un esperto di computer?
Sì e no. E’ vero che le prime telecamere digitali accessibili sul mercato avevano dei sistemi di regolazione interni, cioè piccoli computer integrati. In verità, il mio interesse per la nuova tecnologia è il risultato di un ritrovato potere sull’immagine. Obiettivo che ho sempre ricercato anche con la pellicola, girando con il supporto tradizionale.
Come ha maturato la passione per il digitale?
Le mie esperienze con le telecamere digitali derivano dal mio interesse per il Telecinema, cioè l’apparecchio che permette di passare dal film in pellicola al video, utilizzando telecamere elettroniche. Questo interesse mi ha portato a tradurre tutti i manuali d’uso inglesi e anche giapponesi. In particolare quelli riguardanti la HDCam 24P e la Digital Beta.
Che differenza c’è tra la ripresa digitale e il metodo tradizionale in 35 millimetri?
A livello logistico penso che siano due modi di girare diversi. Ma non credo che, o uno o l’altro, rappresentino da soli un valore aggiunto. Tutto dipende, direi, dalle scelte operate dal regista, dall’atmosfera che vuole creare. Per quanto mi riguarda li considero semplici mezzi, degli strumenti.
Quale dei due è più veloce?
Alcune volte si può girare molto più rapidamente in 35 millimetri. Per altre invece la resa più agile è quella dell’Alta Definizione. Ad esempio con il video ho bisogno di un monitor di controllo, mentre con il 35 millimetri posso fidarmi della mia macchina da presa o del mio occhio. In video è indispensabile il supporto delle apparecchiature elettroniche, per ottenere buona risoluzione delle immagini.
Da quando la tecnologia digitale è entrata nel mercato?
La tecnologia digitale, a livello di piccole telecamere (tipo DVCam o Beta Digitale che può essere gonfiato a 35 millimetri), è entrata nel mercato con successo da circa 4 o 5 anni. Il crescente interesse è dovuto al notevole miglioramento ottenuto con il trasferimento in pellicola.
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