Philippe Lioret: “I miei film politici che rubano alla vita”


VENEZIA Due anni fa ha fatto innamorare il pubblico italiano con Welcome, storia d’amore e immigrazione che andava dritta al cuore pulsante dell’attualità francese dei respingimenti pur esplorando, in realtà le ombre di un coppia strappata e di un’amicizia insolita. Ora Philippe Lioret sbarca al Lido con Toutes nos envies, che con il film precedente ha molte affinità, a partire dal protagonista Vincent Lindon. Che dopo soli due film già si candida a essere il suo attore feticcio, perfetto per incarnare gli uomini fragili, imperfetti ma sinceri, che Lioret fa confrontare coraggiosamente con le ingiustizie sociali. Qui Lindon (assente al Lido perché impegnato sul set di Stéphane Brizé) è Stéphane, magistrato e allenatore di rugby ormai stanco e disilluso che incontra Claire (Maria Gillain), collega più giovane e idealista con cui si imbarca nella difesa di una donna braccata dai debiti con un istituto di credito. Il flusso intimo dei rapporti umani – di un’intimità “pulita” ma ambigua agli occhi degli altri – e quello travolgente della realtà disumanizzante dei meccanismi economici si incontrano e si fondono in Toutes nos envies, in prima mondiale alle Giornate degli Autori e in uscita in Francia il 9 novembre. Già venduto in circa 10 paesi, il film dovrebbe senz’altro arrivare nelle nostre sale, anche se per ora non ci sono accordi di distribuzione.

Il film è ispirato a Vite che non sono la mia di Emmanuel Carrère. Fino a che punto è stato fedele al racconto?
Il romanzo ha avuto un forte impatto su di me, c’era una riflessione che mi piaceva molto sull’intimità, raccontata in modo diverso dal solito, ma non c’era la drammaturgia necessaria per reggere un film. A me non interessano tanto le storie quanto i rapporti umani, quindi ho lavorato su questo, cercando di mettermi nei panni dei personaggi. Carrère mi ha poi detto che la mia trasposizione è stato un bel tradimento.

Nei suoi film le storie piccole, personali si incontrano e scontrano con il flusso della storia, con i drammi e le ingiustizie sociali. Come riesce a raggiungere questo equilibrio?
E la vita che è fatta così. Vista da un certo punto di vista, ogni relazione intima è immersa e influenzata dalla vita sociale. Ciò che mi è piaciuto creare in questo film è un tessuto di diversi rapporti a due: è proprio questo l’elemento fondante delle nostre vite. E a me non interessa altro che la vita, magari rappresentata attraverso dei ‘non detti’ di qualità. Perché un grande potere del cinema è la capacità di mostrare dei sottotesti senza parole.

Toutes nos Envies è anche un forte atto d’accusa contro il fenomeno dei piccoli prestiti con tassi da usura che rovinano la vita delle persone.
Sì, perché è il fenomeno assoluto del nostro secolo. Si propone alla gente una vita basta sull’avere e non sull’essere e nessuno ha più la capacità di godere di ciò che possiede, ha bisogno sempre di avere altro. Mentre facevo le ricerche per il film mi hanno colpito i sistemi di persuasione per proporre i ‘crediti a consumo’. I loro dépliant recitavano cose tipo “Siete stati scelti per approfittare di questa occasione, avete diritto a cambiare la vostra macchina gratis”. Ma poi ci sono tante persone che non riescono più pagare e vedono la loro vita andare in frantumi. Dovrebbero lasciarle stare e cancellare i loro debiti, perché le società di credito traggono comunque larghi profitti da chi paga. Ma non volevo annoiare il pubblico con teorizzazioni fredde, e quindi ho raccontato storie quotidiane e umane legate alla questione.

La Francia vive un momento politico importante, con le imminenti elezioni presidenziali e il recente scandalo Strauss-Kahn.
Sì, bisogna che Sarkozy vada via presto, poi vedremo. E voi avete lo stesso problema, ma mi pare che ormai sia fatta… In ogni caso non potrei fare un film su questi temi perché il gioco della politica pura non mi interessa, con i suoi tradimenti, le bassezze, la demagogia. Preferisco la commedia umana della gente di strada e posare lo sguardo su persone che di solito non vengono filmate.

E’ al secondo film con Vincent Lindon e sembra un sodalizio davvero fruttuoso. Che scambio creativo c’è tra voi nella realizzazione del film?
Io voglio sempre che il mio film somigli il più possibile alla sceneggiatura da cui nasce. Ciò non toglie che poi posso aggiungere degli elementi e sono assolutamente aperto alle proposte di Vincent, anzi sono contento di rubargli le idee. Tra noi c’è uno scambio rapidissimo e mentre lavoriamo mettiamo a tacere il nostro ego.

Ha costruito Toutes nos envies intorno a lui? Lavorerete di nuovo insieme prossimamente?
Non mi piace pensare all’attore mentre scrivo, preferisco che il personaggio prevalga sull’attore. Ma ammetto che mentre scrivevo questo film non riuscivo a disfarmi dell’immagine di Vincent. Ora ho diversi progetti in mente, e non tutti sarebbero adatti per lui, ma ci lavorerei altre cento volte, prima o poi succederà.

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03 Settembre 2011

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