“Sono felice di ricevere un premio in Italia, patria di animatori che adoro, penso a Guido Manuli e Bruno Bozzetto. Ma purtroppo vedo che non ci sono molte nuove idee nel vostro paese, e ci sono pochissimi registi e autori giovani in Italia, nel campo dell’animazione. In questo settore, ogni paese deve far crescere e coltivare nuovi animatori per avere nuovi prodotti e nuove idee”. Peter Lord, produttore e co-fondatore della Aardman Animations – società creatrice di Galline in fuga e Wallace and Gromit –commenta il Pulcinella Award Studio dell’Anno e si pone per un momento come osservatore straniero dell’animazione cinematografica italiana.
Cinecittà News Kids lo ha incontrato a Cartoons on The Bay, il festival dedicato all’animazione televisiva organizzato da Rai Trade, per parlare del prossimo e attesissimo film The Curse of the Were-Rabbit Starring Wallace & Gromit, attualmente in produzione a Bristol.
La data d’uscita italiana non è ancora definitiva ma la Uip dovrebbe distribuire il film all’inizio del 2006.
Cosa ci può dire del nuovo film che porta nuovamente sullo schermo i personaggi di Wallace e Gromit?
The Curse of the Were-Rabbit Starring Wallace & Gromit rappresenta la naturale continuazione dei cortometraggi precedenti, sempre realizzati dalla Aardman, con protagonisti Wallace e il suo fido amico Gromit. La novità assoluta del lungometraggio è il personaggio del coniglio, che riprende un po’ la psicologia del pinguino in Wallace & Gromit: The Wrong Trousers del 1993. Per questo personaggio, ci abbiamo messo molto tempo e abbiamo speso molta energia per sviluppare una figura che ci convincesse del tutto, ma ora siamo soddisfatti del risultato ottenuto. Attualmente siamo in piena fase produttiva del film, con tutti i pupazzi e le miniature degli oggetti di scena nel caos più totale! La fase di post-produzione inizierà dopo l’estate, e sarà un duro lavoro anche quello.
Qual è il principio di base del vostro lavoro?
Usare la plastilina e la stop motion, ovvero lavorare con l’animazione di pupazzi a passo uno. Tutti i personaggi e molti oggetti di scena vengono perciò realizzati con un tipo di plastilina “speciale”, che riesce a non prendere troppo le impronte dei modellatori che la manipolano (è una ricetta segreta!). La scenografia e le cineprese, tutti gli attrezzi di scena e i diversi ambienti ricostruiti in miniatura sono raccolti in un enorme hangar, per consentire all’intero film di avere una sola enorme “location”.
C’è differenza tra la tecnica d’animazione utilizzata per “The Curse of the Were-Rabbit Starring Wallace & Gromit” e quella che avete utilizzato per “Chicken Run”?
Nel primo i personaggi erano costruiti in diverse “versioni”, ovvero ogni personaggio aveva delle “copie” più o meno grandi, poiché gli ambienti, da una scena all’altra, cambiavano di dimensioni. Per il nuovo lungometraggio abbiamo scelto di realizzare tutti i personaggi in una sola versione, dell’altezza di circa 30 centimetri l’uno, e il risultato è molto più omogeneo, ma abbiamo dovuto costruire tutto (case, alberi, oggetti di scena) in proporzione, con il risultato che tutto è più grande, e il set necessita di molto spazio.
La casa di Wallace è alta tre metri, e tutto attorno è pieno di lucine per simulare le stelle della notte, e un faro enorme per il sole, e tutti i binari per far correre le cineprese! E questa è solo una piccola parte del set. Anche dal punto di vista dell’animazione al computer, per il film su Wallace & Gromit abbiamo utilizzato molto di più le tecniche di CG animation rispetto a Chicken Run, affidando addirittura parte del lavoro ad uno studio esterno di Londra.
Come è nata la Aardman Animations, e come è stato il suo inizio nel campo dell’animazione?
Io e David Sproxton ci siamo incontrati alle scuole superiori, ormai quasi trent’anni fa, e abbiamo realizzato il nostro primissimo lavoro in animazione. Mentre tutti gli altri ragazzi facevano dei lavoretti stagionali, come il pizzaiolo, il barman, ecc, noi passavamo tutte le estati e tutti i nostri momenti liberi a fare animazione. Io in particolare mi sono sempre dedicato ai disegni, e quindi allo studio degli ambienti e dei personaggi, mentre David si dedicava di più alla regia e alle luci. Così, quando eravamo ancora all’università, abbiamo fondato la Aardman Animations a Bristol.
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