Pesci piccoli. Un’agenzia. Molte idee. Poco budget.
Una serie The Jackal.
Nel titolo, come nella firma dell’autore/produttore (collettivo), tutta la sintesi e la paternità del progetto: 6 episodi diretti da Francesco Ebbasta, ideata dallo stesso e Alessandro Grespan, che hanno scritto il soggetto e la sceneggiatura con Luca Vecchi e Stefano Di Santi.
La storia di un’agenzia di comunicazione, che si misura con la contemporaneità del web, col ricatto che a volte, non raramente, lo stesso può giocare costringendo il buon senso a cedere all’uso corrente di una lingua prettamente anglofona – come se tutti i mestieri del settore della comunicazione avessero valore solo se recitati in inglese, perché un Creative Director ha tutt’altro prestigio che un misero Direttore Creativo, per dire -, così come la creatività a cedere solo al valore numerico dei clic o dei follower dell’influencer di turno, che – come nella serie – non raramente si può rivelare “un contenitore” di nessuna qualità, eppure capace di inspiegabili stratosfere numeriche.
Pesci piccoli, con realismo e garbo, lancia delle provocazioni rispetto al mondo del web, usando una comicità dal graffio sensibile ma spensierata. È la prima serie comedy “100% The Jackal” ci tengono a precisare gli stessi artisti del gruppo – Aurora Leone, Fabio Balsamo, Gianluca Fru, Ciro Priello – che, per questo progetto, hanno spalancato le porte del loro universo a una debuttante, Martina Tinnirello, affidandole il ruolo centrale, quello della responsabile creativa, messa così alla testa della piccola agenzia di comunicazione con sede in provincia, che un nutrito e famigliare gruppo di lavoro anima da ben prima che lei fosse fatta sbarcare lì, portando “da Milano” le sue convinzioni molto formattizzate e non meno prevedibili sulla comunicazione, mancando però – in prima persona, e almeno in un primo tempo – di uno spessore umano che invece connota molto le altre anime del gruppo della prima ora. E così lo spettatore imparerà ad affezionarsi – e forse riconoscersi – nella ball delle merendine o nel già mitico “mariofono”, un piccolo mondo tutto da scoprire.
“La differenza dagli altri nostri progetti è che con Pesci piccoli produciamo come società di video produzione, è così la primissima serie con i The Jackal non partecipi solo come volti”, spiega Fru. “L’ispirazione viene dalla vita reale: abbiamo subliminalmente raccontato il nostro quotidiano, in cui ci siamo sentiti pesci piccoli con molte idee e poco budget. Il mio sogno: 10 stagioni di Pesci Piccoli, ci racconta e ci unisce; insomma, quando gli Avengers si uniscono, c’è una forza incredibile”.
Per Fabio Balsamo, “ci viviamo talmente tanto tutti i giorni che siamo arrivati sul set in maniera trasparente, le visioni discordanti le viviamo quotidianamente. Da gruppo riusciamo a equilibrarci, quando ci esaltiamo o ci abbattiamo: saremo sempre dei pesci piccoli in tal senso. È la dignità che fa sopravvivere: importante è guardare ‘dove si è’ e non ‘dove non si è’. La comicità è un modo per sublimare delle realtà, è uno strumento, ma la risposta è riempirsi di quello che si ha e non il contrario. La forza è essere se stessi: produrre contenuti che si conoscono, ed è quello che cerchiamo di fare”.
Come conferma anche Priello, per cui “la nostra forza è parlarci di tutto, anche di quello che ci piace meno. È stata una grande festa il primo giorno di produzione perché non ci vedevamo tutti insieme da un po’”, essendo che – nel frattempo – la vita artistica collettiva ha lasciato il passo a progetti più individuali. “The Jackal, quando siamo nati, avevamo il sogno di raccontare storie e nel tempo ci siamo riusciti, giocoforza è stato fare anche altro: spero che si possa continuare a sognare di raccontare storie e divertirci nel farlo, questa è la nostra indole e forza”.
È poi Aurora Leone a parlare sia della protagonista femminile, la creativa Greta appunto, sia dell’opportunità di aver coinvolto in ciascuna puntata delle guest star – da Achille Lauro e Herbert Ballerina o Giovanni Muciaccia: “Noi, appena abbiamo visto Martina ci è piaciuta, per la capacità di recitare un ruolo di rottura, per cui sì è l’antipatica, però lei ha una capacità espressiva tale che la rende il personaggio”.
Per Martina Tinnirello il suo debutto da attrice “è stato glorioso. Per me è stato come entrare nel mondo di Alice nel Paese delle Meraviglie, perché questi ‘pazzi’ dei The Jackal hanno scelto un’esordiente, io non avevo fatto nulla. È stata una sorpresa continua, anche ascoltare i linguaggi di tutti i reparti: ci ho impiegato tre giorni a capire cosa volesse dire ‘dop’, non l’ho detto mai a nessuno! E comunque, se loro si sentono pesci piccoli, io mi sento plancton”.
Mentre, rispetto alle guest star, per Leone “la cosa bella della serie è che ognuno di loro porta sé ma calandosi scomodamente in contesti che non li rappresentano”. Infatti, precisa Priello: “Sono ospiti che non interpretano se stessi, sono funzionali alla narrativa”.
Francesco Ebbasta, rispetto ai The Jackal in scena, si dice “non sorpreso dal loro talento eterogeneo” ma ne apprezza “la sensibilità di riconoscere che per fare al meglio hanno bisogno di essere squadra”. Per questa serie “volevamo raccontare questi eroi del quotidiano, che devono convivere con i supereroi del web. Napoli l’abbiamo nel dna, anche se qui è sullo sfondo: c’è Core ‘ngrato e la voce di Raiz. Io preferisco sempre portarla in scena, Napoli: anche trattando storie diverse non riusciamo a farne a meno. Poi, la serie omaggia le sit-com con cui siamo cresciuti: ci piaceva che il metatesto andasse a innestarsi in un mondo consolidato; dagli episodi 2 e 3 la serie prende una sua libertà, o nel quinto c’è molto drama, come nel quarto c’è un omaggio dichiarato a The Office. È difficile oggi creare/girare senza tener conto di tutto quello che abbiamo sotto gli occhi, non possiamo fare meno a bagnarci di tutte queste esperienze. La comicità italiana non è pura sit-com, ha uno fondo di realtà amara, raccontata in veste comica, per cui Fantozzi stesso era un dramma”.
Pesci piccoli, ideata, prodotta e interpretata dalla content factory The Jackal, è stata prodotta in associazione con Mad Entertainment e in collaborazione con Prime Video, su cui sarà disponibile in esclusiva dall’8 giugno.
In onda dal 17 novembre su Fox Nation. Il regista, 81enne, è anche voce narrante degli episodi che racconteranno le gesta di San Giovanni Battista, San Sebastiano, Giovanna d’Arco, Padre Massimiliano Kolbe e molti altri
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