Cinquantesima edizione per la Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro – il che significa, come specifica il direttore Giovanni Spagnoletti, che l’anno prossimo il festival compirà 50 anni – che celebra con un catalogo ricco e contrappuntato dalle pillole di Istituto Luce Cinecittà che vengono proiettate in piazza prima dei film.
Il concorso, il cui premio è dedicato alla memoria del fondatore del festival (insieme a Bruno Torri) Lino Miccichè, presenta sette film da varie parti del mondo, con particolare attenzione al tema del road movie: ci sono Liar’s Dice dell’indiana Geethu Mohands, Raiz/Roots del cileno Matias Rojas Valencia e il colombiano Tierra en la Lengua di Ruben Mendoza. Spazio anche all’Italia con I resti di Bisanzio, esordio del lungo di fiction di Carlo Michele Schirinzi. A completare la selezione del concorso l’estone Free Range di Veiko Ounpuu, il turco The fall from heaven di Ferit Karahan e il surreale Swim Little Fish Swim. “Rafforziamo i legami con la città – dice il vicesindaco di Pesaro Daniele Vimini – anche dedicando una piazza a Miccichè a dieci anni dalla scomparsa e con il recupero di un teatro”.
L’Evento Speciale, curato da Bruno Torri, Adriano Aprà e Vito Zagarrio, “è dedicato appunto – come spiega lo stesso Torri – alle 50 edizioni della mostra. Abbiamo scelto 15 film su oltre 200 proiettati nei primi 12 anni di attività, dal 65 al 77. Film di esordienti che poi sono diventati celebri e già manifestavano il loro potenziale, come Notte e nebbia del Giappone di Oshima o C’era una volta un merlo canterino di Iosseliani, che presenterà il film e terrà una masterclass. L’evento ospiterà anche un omaggio al mio amico Miccichè. Abbiamo scelto però i suoi documentari e i suoi interventi in tv come critico e analista, perché il suo All’armi siam fascisti lo avevamo già proiettato per ricordarlo un anno dopo la sua scomparsa. La sezione è curata da suo figlio Francesco di cui sarà proiettato in chiusura un documentario alla memoria del padre”.
“Certo le difficoltà non mancano – prosegue Spagnoletti – continuiamo a invitare i registi con un budget decrescente e di cui non siamo neanche sicuri, perché il MiBAC si riunisce in agosto e solo allora decide quanti soldi ci darà. Come se non bastasse anche la Regione ha annunciato che non potrà più sostenerci come prima. Ma resto ottimista, abbiamo raddoppiato il programma rispetto allo scorso anno aggiungendo un Focus sull’animazione, Il mouse e la matita, curato da Bruno Di Marino. L’idea è di parlare dell’argomento a 360° e sotto tutti gli aspetti. Da quello più commerciale (il fenomeno Winx/Rainbow, che parte proprio dalle Marche, a Loreto) a fenomeni più indipendenti e sperimentali. L’animazione italiana vive in questo momento un rilancio, dopo essere stata all’avanguardia in Europa, fino agli anni ’90, ha man mano perso il passo rispetto ad altri paesi. Ma la nuova generazione di artisti come Massi e Toccafondo la sta rimettendo in piedi. Tra l’altro, molti di questi artisti vengono proprio dalla scuola di Urbino. La rassegna Panorama Usa porta invece per la prima volta in Italia la cinematografia americana sperimentale-narrativa post 11 settembre. Non quella del Sundance, che senza nulla togliergli è già l’anticamera di Hollywood, ma quella basata su schemi produttivi realmente indipendenti. Tra i nomi più noti c’è quello di James Franco”.
Il maestro georgiano Otar Iosseliani ha tenuto a Pesaro una lezione di cinema in cui ha mostrato una certa amarezza per la “tragica caduta di qualità e mancanza di pensiero del cinema contemporaneo in un mestiere che sta diventando sempre più piatto e pieno di cliché”. In questa intervista gli abbiamo chiesto di parlarci del suo rapporto con la censura e della possibilità di tornare a lavorare in Georgia: "Sarebbe immorale togliere finanziamenti ai giovani registi"
Il vincitore del Premio Lino Miccichè è l’indiano Liar’s Dice, opera prima di Geethu Mohandas, un road movie atipico nel quale madre e figlia intraprendono un difficile viaggio verso Nuova Delhi, in compagnia di un disertore dell’esercito che guida le due alla ricerca del padre scomparso. Gli spettatori della “piazza” hanno votato per il Premio del Pubblico I ponti di Sarajevo, film collettivo realizzato per commemorare i cento anni dallo scoppio della prima guerra mondiale con l’attentato all'Arciduca Francesco Ferdinando avvenuto nella città bosniaca
Il montatore Marco Spoletini e il musicista Daniele Sepe hanno collaborato a The Fall from Heaven di Ferit Karahan, due storie parallele tra il Kurdistan e Istanbul, in concorso a Pesaro
In concorso a Pesaro I resti di Bisanzio, che ci mette di fronte alla decadenza di una terra, alla non identità di personaggi e luoghi. Per l'artista, al suo primo lungometraggio: "Lo stereotipo del Salento ha prodotto danni irreparabili, questo territorio è stato completamente stravolto". E sulla possibilità di una distribuzione per il suo film: "E' un messaggio nella bottiglia, arriverà dove arriverà"