BERLINO – Come promesso la 68esima Berlinale si propone come tribuna del movimento #MeToo. E tocca a Robert Pattinson, ex divo per adolescenti reso popolarissimo dalla saga di Twilight, ma ormai sdoganato dal cinema indipendente e anche impegnato (tra i suoi film Cosmopolis e Maps to the Stars di Cronenberg) intervenire sul tema. “Se finora le persone sentivano di dover soffrire in silenzio e subire le molestie, che è una delle cose peggiori al mondo, adesso possono trovare la forza di parlare sentendosi protette e al sicuro, la diga si è rotta”. La dichiarazione è il momento clou di una conferenza stampa piuttosto scialba, quella del film in concorso Damsel, una commedia western dai toni farseschi che Pattinson interpreta accanto a Mia Wasikowska. Lui è un Samuel Alabaster, un bellinbusto romantico con un dente d’oro, che viaggia nel selvaggio West alla ricerca della sua Penelope, la ragazza che ha deciso di impalmare e di cui porta la foto in un medaglione appeso al collo. Ha con sé anche l’anello di fidanzamento, una chitarra con cui intonare una ballata composta appositamente per lei e un pony che sarà il suo regalo di nozze, oltre al pastore che dovrà officiare la cerimonia.
Anche Mia Wasikowska, che nel film è oggetto del desiderio di vari personaggi, ciascuno convinto di poterla avere più o meno facilmente, è intervenuta su #MeToo. “L’anno scorso sono stata quasi sempre in Australia, quindi a grande distanza, così il primo contatto diretto con la campagna Time’s Up è stato per me al Sundance. Devo dire che è stato incredibile sentire l’energia e la connessione tra le persone. Penso che sia una gran cosa e che porterà dei veri cambiamenti”.
Tornando a Damsel è diretto da due fratelli Nathan e David Zellner, che si sono anche ritagliati due ruoli nella vicenda, quello del sedicente pastore e quello del rude cognato di Penelope. Appassionati di western fin dalla tenera età, i Zellner Bros hanno mescolato atmosfere classiche, rivisitazioni anni ’70 e una sensibilità tutta contemporanea che fa del personaggio della ragazza quello più sorprendente in scena. Penelope riesce infatti ad affrancarsi dalle “proiezioni dei desideri maschili” e costruisce la sua “frontiera”. Film indipendente e a basso budget, Damsel arriva a Berlino dopo aver debuttato al Sundance. Tra i modelli citati, un po’ alla rinfusa, la parodia western Cat Ballou (1965) con Jane Fonda e Johnny Guitar (1954) con Joan Crawford.
In Panorama saranno presentati Dafne, opera seconda di Federico Bondi e il documentario Selfie di Agostino Ferrente. Il nuovo progetto di Irene Dionisio La voce di Arturo è stato selezionato da Berlinale Talents e da Script Station. In Coproduction Market il nuovo progetto di Thanos Anastopoulos Seconda casa
In anteprima europea nella sezione Panorama Skin di Guy Nattiv, la vera storia di Bryon Widner, fanatico naziskin redento appartenente ad una feroce famiglia di skinheads. Interpretato da Jamie Bell, il film è stato presentato al Toronto International Film Festival dove ha vinto il Premio Fipresci della Critica
La Retrospettiva della 69ma edizione della Berlinale adotta come tema le donne registe, tra il 1968 e il 1999. “Grazie ad attiviste come Helke Sander, Ula Stöckl e Jutta Brückner – dice il direttore uscente Dieter Kosslick – le registe donne hanno preso confidenza, e noi abbiamo molto a cuore l’uguaglianza di genere nel cinema di oggi”
Il direttore della Berlinale ha ricevuto una medaglia speciale a Telluride, ed è stato definito come “un eroe del cinema che preserva, onora e presenta grandi film”. Precedentemente il riconoscimento era andato a Criterion Collection, HBO, Ted Turner, Stanley Kauffmann, Manny Farber, Pierre Rissient, Leonard Maltin, Serge Bromberg and the UCLA Film & Television Archive