‘Più moderno di ogni moderno. Pasolini a Bologna’, è stato battezzato così il progetto speciale che la città dedica al suo concittadino Pier Paolo Pasolini, alla sua opera e alla sua figura intellettuale, in occasione dei 40 anni dalla morte, avvenuta il 2 novembre 2015.
Il titolo cita uno scritto di Pasolini confluito nella raccolta ‘Poesia in forma di rosa’ del 1964 e sottolinea tutta l’attualità dell’arte e del pensiero del cineasta e poeta che nacque a Bologna il 5 marzo del 1922. Bologna è, dunque, il luogo in cui avvenne la prima e fondamentale fase della sua formazione intellettuale, al Liceo Classico Galvani e alla Facoltà di Lettere dell’Università. E in accordo con Laura Betti, amica del poeta-regista, nella sede della Fondazione Cineteca di Bologna, dal 2004 è stato sistemato il Centro Studi – Archivio Pier Paolo Pasolini.
‘Più moderno di ogni moderno. Pasolini a Bologna’ vuole offrire uno sguardo caleidoscopico e inedito sulla multiforme personalità artistica di Pasolini e sulla sua opera di poeta, narratore, saggista, cineasta, drammaturgo e acutissimo osservatore della società contemporanea italiana. Un vasto programma di iniziative, composto da mostre, proiezioni, incontri, conferenze, spettacoli di teatro, musica e danza, performance, letture pubbliche e altri interventi artistici, che si articolerà in diversi luoghi della città metropolitana, da settembre 2015 a marzo 2016.
Dopo aver ottenuto il premio per il miglior film restaurato alla 72esima Mostra di Venezia, Salò o le 120 giornate di Sodoma, ultimo film di Pasolini restaurato dalla Cineteca di Bologna e da Csc – Cineteca Nazionale, la pellicola sarà nelle principali sale italiane proprio dal 2 novembre, nell’ambito de ‘Il Cinema Ritrovato al Cinema’. A Bologna sarà presentato al Cinema Lumière in collaborazione con ‘Gender Bender’.
‘Officina Pier Paolo Pasolini’ è, invece, la grande mostra che Fondazione Cineteca di Bologna, in collaborazione con l’Istituzione Bologna Musei, Università di Bologna e Cinemazero di Pordenone, che inaugurerà al Mambo di Bologna il 17 dicembre. L’esposizione, aperta fino al 28 marzo, è pensata come un itinerario suddiviso in sei sezioni tematiche, dedicate alla formazione di Pasolini a Bologna negli anni di Roberto Longhi, quindi ai miti che hanno caratterizzato la sua opera: il mondo contadino, il sottoproletariato romano, l’antichità classica, il Terzo mondo.
La mostra include anche una sezione incentrata sul complesso laboratorio dell’artista e sulla sua poetica della contaminazione, per terminare, infine, con tre ‘gironi’ che si addentreranno nella sua visione’ infernale dello sviluppo senza progresso del mondo contemporaneo. Ogni sezione presenta fotografie, filmati, dipinti e disegni, estratti di film, riprese di spettacoli teatrali e documenti audiovisivi, scritti originali e costumi di scena.
E ancora, da novembre fino a fine mostra, la Cineteca proporrà l’integrale dell’opera cinematografica di Pasolini nelle sale del cinema Lumière, insieme ai film a cui Pasolini si è ispirato e ai film che si sono ispirati alla sua opera.
Dal 13 ottobre fino al 15 novembre, invece, sarà ri-allestita, nella piazza Coperta di Biblioteca Salaborsa, la mostra ‘Una strategia del linciaggio e delle mistificazioni’, la storia della violenta persecuzione diffamatoria che Pasolini subì da parte della stampa, degli oltraggi feroci sulla sua morte e delle mistificazioni orchestrate negli anni successivi alla sua scomparsa.
Numerosi anche le produzioni originali, i concerti e gli spettacoli in programma.
Infine, il 15 ottobre verrà presentato alla Libreria Coop Ambasciatori, il libro ‘Accattone. L’esordio di Pasolini raccontato dai documenti’, edito da Cineteca di Bologna e Cinemazero che con questo volume inaugurano la collana monografica Pier Paolo Pasolini, un cinema di poesia dedicata ai film di Pasolini.
Tra le curiosità, invece, nella biblioteca digitale dell’Archiginnasio sarà consultabile ‘Il setaccio’, la rarissima rivista della Gil (Gioventù Italiana del Littorio) di Bologna sulla quale fece le sue prime pubblicazioni (testi e disegni) proprio Pier Paolo Pasolini fra il 1942 e il 1943, grazie alla digitalizzazione effettuata per l’occasione dall’Archiginnasio con la collaborazione della Cineteca.
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