CANNES – “Il mercato a Venezia non c’era più, molti distributori e compratori non sono più venuti negli ultimi anni perché non consideravano la Mostra un luogo di incontro proficuo. Ora, con il nuovo direttore Alberto Barbera, abbiamo deciso di porre le basi per ricrearlo”. Parola di Pascal Diot, nominato direttore del mercato della laguna nel marzo scorso, è impegnato in questi giorni sulla Croisette in incontri preparatori per il nuovo progetto, il cui obiettivo principale è convincere gli operatori che la tappa al Lido sarà di nuovo fondamentale per i loro affari. Perché “il Venice Film Market – come si legge nella nuova brochure – è il primo mercato dopo la pausa estiva e dà l’opportunità esclusiva di scoprire film nuovissimi”. CinecittàNews ha incontrato Diot – che è anche manager del Dubai FilmMart – a Cannes, a 48 ore dalla conclusione del festival per scoprire i dettagli del nuovo mercato veneziano, in programma dal 30 agosto al 3 settembre.
Diot, che futuro ci sarà per gli scambi commerciali al Lido, ora che ha assunto questo nuovo ruolo in un momento piuttosto delicato?
L’obiettivo primario è far tornare i professionisti del cinema a Venezia. Non era normale che in un festival così importante non ci fosse un mercato, e stiamo ponendo le basi per ricrearlo. Con due linee guida principali: costituire un luogo di scambio informale che sia il meno costoso possibile per gli operatori, e che ridiventi davvero una piattaforma internazionale, perché ciò che c’era era decisamente troppo italiano. Persino i panel erano solo in italiano, senza interpreti per l’inglese.
In termini pratici quali sono i passi che vi state preparando a fare in questo senso?
In attesa di trovare un luogo definitivo con la costruzione del nuovo palazzo, abbiamo preso tutto il primo piano dell’Hotel Excelsior. In fondo a una sala disporremo la Digital Videolibrary con 40 schermi per mostrare tutti i film della Mostra, più quelli proposti da venditori e produttori internazionali. Ci sarà anche un catalogo, sia cartaceo che online, con le coordinate degli operatori, le schede tecniche di ogni film e le disponibilità dei diritti e dei territori: uno strumento utile per gli operatori. Sempre al primo piano ci sarà uno spazio per gli espositori che accoglierà gli stand di Anica, Agis, Film Commission, Eurimages e istituzioni internazionali come Unifrance, ma non singole società private. Nel foyer ci sarà l’Industry Club: uno spazio riservato a buyers, distributori e produttori che vuole essere un piacevole luogo di incontro in cui a tutte le ore saranno offerte colazioni e caffè. Infine una grande veranda ospiterà conferenze stampa e panel; al centro della Sala Congressi è prevista una sala con le pareti di vetro per i panel.
Come vi siete organizzati per accogliere gli operatori internazionali?
Abbiamo un budget per invitare 120 distributori da tutto il mondo e offrire loro l’ospitalità. Oltre a questo stiamo negoziando per abbassare i costi di permanenza anche per tutti gli altri che verranno, predisponendo delle convenzioni con alcuni hotel vicini al Danieli di Venezia, perché non potranno alloggiare tutti al Lido. Ci sarà una navetta gratuita che li collegherà al Lido ogni 20 minuti.
Che riscontri state avendo?
Molto positivi. Abbiamo già le conferme di una grossa delegazione dall’Asia e dal Medio Oriente, poi naturalmente ci saranno gli europei e alcuni operatori statunitensi.
Questo è solo l’inizio di un programma a lungo termine?
Assolutamente sì. Con la costruzione del nuovo palazzo cambieranno molte cose, e ci sarà lo spazio per altri screening. Venezia deve tornare a ciò che era quando la frequentavo 15 anni fa da venditore: un mercato importante in cui tutti venivano per concludere affari. Ma non ci saranno centinaia di stand, e la città sarà rispettata: sarà un ambiente conviviale ma favorevole allo scambio e all’incontro. Organizzeremo anche una serata di apertura del mercato.
Come vi ponete rispetto ai vostri “concorrenti”? Non molto lontani nel tempo ci sono Toronto e poi la Business Street di Roma.
Non siamo in competizione, e in ogni caso la differenza più grande la vedo nel fatto che a Roma non c’era nessuno alle proiezioni per il mercato; da noi sarà diverso. Poi si parla sempre di Toronto come di un luogo in cui si fanno molti affari: non è un caso se abbiamo deciso di concentrare tutto il mercato all’inizio della Mostra, dal 30 agosto al 3 settembre, in modo che tutti gli operatori possano rimanere per tutti e 5 i giorni e poi, se vogliono, spostarsi a Toronto.
Quest’anno, poi, con l’arrivo di Barbera, ci sarà anche un numero più ridotto di film al festival. Cosa significa per voi?
Per il mercato, come per la Mostra, significa che ogni film sarà meglio valorizzato. Se in totale ci saranno 90 o 100 film sarà più facile dar a ognuno il giusto spazio. Tra l’altro apriremo le proiezioni stampa anche ai distributori e organizzeremo due proiezioni speciali di teaser e promo-reel di film in preparazione dal mondo intero. Venezia cade in un momento perfetto per questo, visto che la maggior parte dei film viene girata in estate.
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