PAOLO MODUGNO


“Avevo esordito con una storia sulla pedofilia, Territori d’ombra, poi ne avevo raccontata una sull’immigrazione clandestina, L’ospite segreto: la mia sembrava una vocazione al martirio su temi scomodi. In seguito, per iniziativa di Veronica Salvi, mia socia in affari, è arrivata L’apetta Giulia e la Signora Vita“. Il regista Paolo Modugno con la sua Esse&bi Cinematografica ha dato vita al primo cartoon italiano d’animazione digitale in 3 D e commenta il passaggio dalla tradizionale pellicola alla computer animation: “Ho dovuto adeguarmi ad un metodo di lavoro estremamente programmato e rigido, dopo aver avuto a che fare sempre con la faccia dell’attore”. Il risultato è il musical L’apetta Giulia e la Signora Vita, parabola crudele e poetica sull’esistenza e la morte.
La pellicola, nella quale sono coinvolte le voci di Irene Grandi, Raf, Nino Manfredi, Michele Mirabella e Gabriele Patriarca, il bambino doppiatore di Mowgli (Il libro della giungla) e E.T, ha richiesto 2 anni di lavoro nonché la costruzione di procedure produttive in un terreno, quello del digitale in 3 D, in Italia ancora piuttosto vergine.

Costruire una storia sul significato del tempo non è facile…
Il meccanismo del tempo è colui che ci domina. Stabilisce gli accadimenti in una visione laica della vita. L’apetta Giulia e la Signora Vita suggerisce al piccolo spettatore che non bisogna né accelerare né allontanare il processo di crescita individuale, ma accettarlo così com’è.
Da solo non sarei mai riuscito ad affrontare un film del genere. I bambini per me sono degli extraterrestri, non ho alcun genere di confidenza con loro: li temo, li amo, li trovo più saggi di noi adulti, ma continuo a tenerli lontani da me. Invece l’autrice del soggetto, Veronica Salvi, ha tre figli e mi ha aiutato molto, ha dato una particolare impronta al progetto.

Tra le voci usate per il film c’è quella di Nino Manfredi…
Per ognuno dei miei lavori ho chiamato un mio mito particolare. Nel caso di Territori d’ombra avevo chiamato a lavorare sul set Laurent Terzieff, attore prestigioso della Nouvelle Vague. Per L’ospite segreto Ben Gazzarra, interprete di alcune pellicole straordinarie di John Cassavetes. Questa volta ho voluto Manfredi, attore fondamentale del nostro Paese che ricordo fin dal primo incontro avvenuto nel 1945: avevo 5 anni e recitavo sul palcoscenico del Teatro Stabile di Roma, in quel periodo diretto da Orazio Costa.

Giulia è un’ape operaia un po’ ribelle, che rifiuta di lavorare nell’alveare…
C’è una dimensione politica evidente. La reggia di Mamma Ape, l’ape Regina, rappresenta il mondo dell’imprenditoria tenero e mostruoso allo stesso tempo. Poi c’è l’alveare con le api operaie obbedienti. Infine l’apetta Giulia, che si rifiuta di essere un semplice numero della catena di produzione del miele e vuole cambiare il proprio destino e delle sue sorelle api. Per dare la parola a Giulia ho chiamato Irene Grandi. La cantautrice ha una voce ‘proletaria’ che ben si accorda con quella della piccola. A dare voce a Mamma Ape è invece mia sorella Ludovica Modugno che ben ha restituito un’immagine padronale del personaggio.

autore
17 Settembre 2003

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