Dopo il ruolo in Baaria, l’atteso kolossal di Giuseppe Tornatore, Paolo Briguglia torna a far parte di un cast importante con Tris di donne & abiti nuziali – terzo film di Vincenzo Terracciano e primo titolo non indipendente prodotto dalla Kubla Khan di Umberto Massa. Qui l’attore recita accanto a Sergio Castellitto, Martina Gedeck (la coppia si ricompone a distanza di 7 anni da Ricette d’amore), Raffaella Rea e due degli attori napoletani visti in Gomorra. Co-prodotto da Rai Cinema con il sostegno del MiBAC, il film è un mix tra commedia, dramma e noir ambientato a Napoli che ruota attorno a una famiglia economicamente devastata dal brutto vizio del padre, giocatore d’azzardo impenitente che scommette appena può i pochi soldi che gli capitano a tiro. Il Noir in Festival di Courmayeur ha proiettato in anteprima alcuni minuti della pellicola – che uscirà con 01 tra febbraio e marzo 2009 – presentati da Umberto Massa e Paolo Briguglia, che ha raccontato a CinecittàNews il suo ruolo e i suoi prossimi progetti.
Che tipo di film è Tris di donne & abiti nuziali?
E’ una commedia umana dal respiro corale che si svolge in una Napoli bene, non quella dei vicoli, delle brutture e del degrado. E’ per questo che, pur avendolo girato per nove settimane la scorsa primavera, proprio nel periodo dell’immondizia, nel film non si vede quest’aspetto della città. La storia è incentrata su un padre che appena racimola due lire se le brucia al gioco; è un uomo malato a cui tutta la famiglia è costretta a star dietro per riparare i danni, visto che perde anche i soldi destinati al matrimonio della figlia e alla copertura di un grosso debito.
Qual è il suo personaggio?
Io interpreto il figlio, un ragazzo serio che lavora in un ristorante e che vorrebbe distaccarsi dal padre, con cui ha un pessimo rapporto, e dal suo brutto vizio. Anche il mio personaggio gioca a carte, ma per passione e con grande talento, e la famiglia si affiderà alle sue doti per cercare di risollevarsi.
E’ la prima volta che recita accanto a Sergio Castellitto, che esperienza è stata?
E’ un attore che stimo moltissimo, sono felice di aver avuto questa possibilità e contento del lavoro che abbiamo fatto insieme, abbiamo avuto un bel rapporto. Ma c’è da dire che anche il resto del cast, composto da tanti attori napoletani, è straordinario. A Napoli c’è una bellissima tradizione di attori, e in questo film si vede tutta.
Che progetti ha per il prossimo futuro?
Tra poco uscirà La siciliana ribelle, primo film di finzione di Marco Amenta, e poi inizierò le riprese dell’opera prima di Marco Campogiani dal titolo Il nostro uomo, la cui sceneggiatura è stata finalista del premio Solinas. Il film è prodotto da Tommaso Calevi e racconta di un giovane poliziotto impegnato nel pedinamento di un arabo reduce da due anni di prigione per terrorismo e contemporaneamente del difficile rapporto con il suo collega ‘anziano”. Come nei noir classici c’è la contrapposizione e poi l’avvicinamento tra il poliziotto alle prime armi e il veterano, ma anche la nascita e l’evoluzione di un rapporto con il presunto criminale tunisino, che da ‘minaccia araba’ si trasforma in amico dei due.
Dove sarà girato Il nostro uomo e chi saranno gli altri interpreti?
Lo gireremo a gennaio a Torino per cinque settimane, e poi ci sarà una settimana di set in Tunisia. Accanto a me, che interpreto il giovane poliziotto protagonista, ci sarà Ennio Fantastichini nei panni del veterano e Ahmed Hafiene, l’attore di La giusta distanza, in quelli del tunisino.
Dopo “Caravaggio” la rivedremo presto anche sul piccolo schermo?
Sì, in primavera e con un progetto bellissimo: la serie televisiva che Fox sta producendo a partire da Non pensarci, che ha avuto un grande successo sia in Italia che in molti paesi europei, tra cui la Francia. Nella versione televisiva ci saranno gli stessi personaggi e lo stesso cast del film per il cinema, compresi Valerio Mastandrea, Giuseppe Battiston e Anita Caprioli, e a dirigerla saranno Gianni Zanasi e Marco Ponti. Non so molto di come sarà sviluppata la storia, ma so che il mio personaggio, il giovane politico, dovrà fare un discorso in Parlamento.
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