Pannofino ‘animale fantastico’ e Virzì nel ricordo di Scarpelli

LUCCA – Tra il maestro del disegno e dell’animazione giapponese Leiji Matsumoto e l’attrice Sibel Kekilli, che tiene una masterclass sul suo ruolo nel serial kolossal Game of Thrones, a Lucca Comics & Games trova spazio anche tantissimo cinema italiano. Oggi i protagonisti sono Francesco Pannofino, voce dell’audio-book di Animali fantastici e dove trovarli, fresco di pubblicazione su Amazon – l’attore ha letto tutti i romanzi della saga per le rispettive edizioni audible, oltre ad aver doppiato al cinema il personaggio di Hagrid – e Paolo Virzì, che tiene due incontri, entrambi moderati dal critico Francesco Alò, uno prima della proiezione di Ovosodo, sua terza opera, offerta da Infinity, e l’altro per la proiezione del backstage del nuovo film Notti Magiche, visto di recente alla Festa del Cinema di Roma. “Sembra di essere in un gigantesco set fantasy – commenta Pannofino sulla manifestazione – ed è un’iniziativa bella perché fa conoscere a tanta gente una stupenda città”.

Poi racconta della sua carriera: “Leggevo da bambino, mi sceglievano per leggere passi del Vangelo in chiesa. Era una mia attitudine che poi ho trasformato in lavoro. Credo che la lettura tradizionale non perderà mai il suo fascino ma anche queste versioni audible sono fantastiche, non solo per i non vedenti, che in effetti mi ringraziano spesso, ma anche per chi preso dai ritmi forsennati della vita moderna non ha tempo di leggere. In macchina o sui mezzi, ci si mette le cuffie e via. E’ stupendo. Nella saga di Harry Potter poi trovo veramente la magia e una fantasia incredibile, devo dare voce a tutti i personaggi ed è un lavoro diverso dal doppiare. Lì intervieni su qualcosa di già fatto e devi seguire le orme dei dialoghi originali. Qui hai campo libero. Do voce anche ai ragazzini. Certo la mia voce questa è, ma do un’inflessione particolare, un modo di parlare particolare che è una vera sfida. E trovo sensato che ogni tanto i ragazzi facciano una pausa dalla tv o dalla Playstation per ascoltare un buon racconto”.

Gli si chiede anche se il successo sia una questione di impegno, di fortuna o altro: “Non credo al mito dei fenomeni che stanno a casa. Se uno è bravo prima o poi riesce, magari deve faticare e insistere, non sempre è tutto bello, ma prima o poi si emerge. Non ricordo i nomi degli attori non bravi che ho doppiato, quando ho iniziato ho fatto di tutto, anche le peggiori telenovelas. Una palestra fenomenale. Ma se uno arriva al successo vuol dire che ha i numeri, specie in USA, dove la concorrenza è spietata”. Ma se fosse lui a essere uno studente a Hogwarts, in quale casata finirebbe? “Sicuramente Grifondoro”, risponde a botta sicura.

Virzì rievoca invece i fasti dell’opera che gli valse il premio della Giuria a Venezia nel 1997, cosa rara per una commedia. “Raccontavo il luogo da cui venivo, i bulletti e i cortilacci. Gente che diceva ‘Wyoming’ coi rutti ma sarebbe stata in grado anche di formulare ‘Emanuele Re d’Italia Imperatore d’Etiopia’. Erano poeti. La mia è una passione quasi artigianale. Faccio un film ogni due anni e cerco di non fermarmi, anche a costo di sbagliare qualcosa. Ci sono grandi geni che però restano fermi per molto tempo, come Nanni Moretti. O altri più prolifici come Woody Allen. Li adoro entrambi. Io ogni volta è come se aprissi bottega”.

Si ricorda anche la presenza di Furio Scarpelli alla sceneggiatura: “Era il mio maestro – dice il regista – e gli facevo leggere tutto quello che scrivevo. Con matita e penna aggiunse tantissime battute allo script che amai, ci tenni che fosse riconosciuto e retribuito anche se lui non me lo avrebbe mai chiesto”.