Muccino è rimasto alla finestra. E’ lui il grande sconfitto dei David 2003, funestati dalla guerra, che proprio in queste ore è arrivata a un epilogo costringendo a spostare la diretta su Raidue, anzi quasi a cancellarla. E’ stata una festa a metà e non poteva non esserlo: con l’emozione dei vincitori che si mescolava alle parole di quelli – e sono tanti – che hanno dato voce alla voglia di pace condivisa: Ghini, Vicari, Benigni, Gullotta, Cecilia Zanuso. E naturalmente Roman Polanski, premiato per un film, Il pianista, che ha voluto incidere nella memoria di tutti la tragedia vissuta dal regista bambino: “dedico questo premio – ha detto il cineasta – a tutte le vittime cadute in quella tragedia, ma anche agli eroi che hanno portato la libertà”.
Lo spettacolo, come si dice, è andato avanti, tra le scenografie un po’ magrittiane di Dante Ferretti e la pioggia di battute di Luciana Littizzetto, testimonial della Città di Torino che ospiterà i David nel 2005. Con Lorella Cuccarini e Massimo Ghini a palleggiarsi una ferrea scaletta verso le cinque statuette a La finestra di fronte di Ferzan Ozpetek, tra cui quella all’ultima grande interpretazione di Massimo Girotti e quella a una emozionatissima Giovanna Mezzogiorno, che indossava lo smoking di suo padre Vittorio. Ma è stata una vittoria misurata, condivisa con i due outsider di questa edizione: El Alamein di Enzo Monteleone (tre David “tecnici”) e L’imbalsamatore di Matteo Garrone, vera sorpresa della stagione (sceneggiatura e interpretazione di Ernesto Mahieux).
Da segnalare i due David “postumi” a Danilo Donati, scenografo e costumista del Pinocchio di Benigni, li ha ritirati Kim Rossi Stuart ed è stato un altro momento di nostalgia per una cerimonia che si era aperta con le immagini di Alberto Sordi e dove non è mancato un ricordo di Leopoldo Trieste.
Ma i due David a Danilo Donati non hanno convinto Roberto Benigni – grande escluso dalla candidatura a miglior film – a partecipare alla serata. Ha spedito, come fa di solito, un videomessaggio scherzoso e vulcanico, saltabeccando di palo in frasca ha detto tutto, anche qualcosa sulla guerra e sulla pace.
Un premio importante è andato anche Pupi Avati, miglior regista per Il cuore altrove. Miglior regista esordiente Daniele Vicari con Velocità massima, un altra bella prova della factory Fandango. Alla fine il David, Domenico Procacci, l’ha avuto per Respiro in questa stagione per lui prodigiosa.
Infine L’ora di religione, che dopo il trionfo dell’anno scorso ai Nastri d’argento è stato “recuperato” ancora una volta, grazie al parere della giuria di critici del Premio Piemonte-Torino Olimpica, ma anche con Piera Degli Esposti, bravissima attrice di teatro spesso prestata al cinema.
Leggi tutti i premi
L'artista Luca Musk e Franco Bellomo presentano il progetto espositivo dedicato al Maestro del Brivido. Una collezione di illustrazioni d'atmosfera che fanno rivivere i set di Argento e la loro magia
Il documentario d'esordio di Alessandra Stefani ci porta in un viaggio lungo i quattro continenti alla scoperta delle prospettive che ci offrono i più importanti architetti contemporanei per un mondo più sostenibile. In sala con Adler dal 27 al 29 settembre
La redazione va in vacanza per qualche giorno. Riprenderemo ad aggiornare a partire dal 2 gennaio. Auguriamo un felice 2018 a tutti i nostri lettori.
E' ancora Cattivissimo 3 a guidare il box office per il terzo weekend, con 2.471.040 euro. Al 2° posto, con 1 mln 919mila euro, sfiorando i 6 mln totali, il kolossal di Christopher Nolan Dunkirk