Un mese intero per “rileggere” Luchino Visconti, padre nobile della letteratura cinematografica italiana, attraverso i 19 film (compreso il co-girato Giorni di gloria) che sono passati dalle mani dei restauratori. Una retrospettiva, firmata Cineteca Nazionale, per una volta non “alla memoria”. E non è nemmeno la solita strizzata d’occhio alla moda del come eravamo in celluloide. Visconti restaurato risponde a una necessità: riconsegnare alcune tappe fondamentali del cinema italiano così come furono girate, nello stupore per il miracolo del colore Technicolor o nella severità onirica del bianco-nero.
Diciannove film restaurati, preservati, conservati. E ciascuno ha una storia, un’avventura, una disavventura. Per esempio, Ossessione (1943). Il restauro è stato eseguito su una copia, quella di casa Visconti. Del negativo si sono perse le tracce. Probabilmente è andato distrutto in un incendio. Com’era l’Italia in pieno conflitto mondiale, vista con gli occhi di Visconti? Non lo sapremo mai. Né conosceremo le sfumature e le profondità che Visconti aveva colto di quell’Italia inaugurando la stagione delle grandi riletture letterarie. Il film, tratto da Il postino suona sempre due volte di Cain, segna lo spartiacque del cinema non solo nazionale. Apre al neorealismo, scopre che la malattia, il turbamento, la violenza, pubblica e privata, sono i segni più profondi e rimossi del nostro paese. Visconti è il primo che affonda il bisturi, con il suo bianco-nero non edulcorato, nello stato delle cose italiche, con poesia e preveggenza.
È del ’91 il primo maquillage: Il gattopardo. L’opera, girata nel ’63, tratta dal romanzo di Giuseppe Tomasi, apre la rassegna della Cineteca Nazionale (3 maggio, ore 19). Su Bellissima, invece, si sta ancora lavorando. L’opera del ’51 dovrebbe essere pronta per il 5 maggio (ore 21). Scopriremo le sfumature originali di La terra trema del ’48, la Milano in bilico tra consapevolezza operaia e tradizione contadina di Rocco e i suoi fratelli (’60), il Risorgimento sontuoso, tra politica e privato di Senso (’54), le ambiguità adolescenziali di Claudia Cardinale in Vaghe stelle dell’Orsa (’65). Un solo film di Visconti sarà proposto con tutte le sue rughe e le magagne del tempo: Morte a Venezia. Il film, girato nel ’71, sarà proiettato il 12 maggio in una copia non restaurata. Lo stato di salute del negativo viscontiano resta un mistero per i tecnici: l’originale è negli Stati Uniti.
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La redazione va in vacanza per qualche giorno. Riprenderemo ad aggiornare a partire dal 2 gennaio. Auguriamo un felice 2018 a tutti i nostri lettori.
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