Orso alla carriera a Ken Loach

La 64esima Berlinale renderà omaggio al regista britannico con il premio alla carriera e con una retrospettiva parziale della sua opera


La 64esima Berlinale renderà omaggio al regista britannico Ken Loach con l’Orso d’oro alla carriera. “E’ uno dei più grandi registi europei e ha mostrato in quasi 50 anni di carriera una straordinaria continuità pur restando sempre innovativo. Il suo profondo interesse per la gente e i destini individuali delle persone, il suo impegno sociale hanno trovato espressione nel suo cinema in molti modi”, ha dichiarato il direttore del festival Dieter Kosslick. Berlino proporrà anche una retrospettiva parziale della sua opera con titoli come Cathy Come Home (1966), Kes (1969), The Gamekeeper (1980), Piovono pietre (1993), Ladybird Ladybird (1994), Terra e libertà (1995), My Name is Joe (1998), The Navigators (2001), Sweet Sixteen (2002), Il mio amico Eric ( 2009). 

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29 Novembre 2013

Berlino 2014

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Wenders, Orso d’oro alla carriera

Alla prossima edizione della Berlinale, 5-15 febbraio 2015, sarà presentata una retrospettiva dei film del regista, a cui il festival renderà omaggio. lo ha annunciato il direttore Dieter Kosslick

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Matthijs Wouter Knol è il nuovo capo dello European Film Market

Prende il posto della storica manager Beki Probst, che assume l'incarico di presidente di EFM e affiancherà il nuovo direttore

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Kreuzweg e Difret in Italia con Satine

Sarà la Satine Film a distribuire in Italia due delle pellicole vincitrici all’ultimo Festival di Berlino: Kreuzweg di Dietrich Brüggeman - Orso d’Argento per la miglior sceneggiatura e Premio della Giuria Ecumenica - e Difret, film dell'etiope Zeresenay Mehari coprodotto da Angelina Jolie, già vincitore del Sundance, che si è aggiudicato il premio del pubblico nella sezione Panorama

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Berlino, Chinatown

L'Orso d'oro e l’Orso d’argento per l’interpretazione maschile vanno al fosco noir Black coal, thin ice di Diao Yinan insieme al premio per il miglior contributo tecnico alla fotografia di Tui na di Lou Ye. Un trionfo cinese a conferma della forte presenza al mercato di questa cinematografia. Importante anche l’affermazione del cinema indipendente Usa che ha visto andare il Grand Jury Prize a Wes Anderson per il godibilissimo The Grand Budapest Hotel. Il talentuoso regista ha inviato un messaggio nel suo stile: “Qualche anno fa a Venezia ho ricevuto il leoncino, a Cannes mi hanno dato la Palme de chocolat, che tengo ancora incartata nel cellophane, finalmente un premio a grandezza naturale, sono veramente contento”. Delude il premio per la regia a Richard Linklater che avrebbe meritato di più


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